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Non c'è alcun dubbio che sia mia facoltà pensarla come credo, e penso così perché la mia esperienza mi ha portato a pensare così; non sono stata a descrivere tutto per filo e per segno, però hai mai provato a marcare qualche uccello e a rivederlo magari dopo mesi?pier lorenzo orione ha scritto:Se ti fa sentire meglio pensarla cosi sei liberissima di farlo,......non è la realtà dei fatti:di tutti gli uccelli che hai liberato,quanti hai la certezza che sono sopravvissuti?come fai a seguire un passero o un piccolo uccellino nel suo habitat naturale abbastanza tempo x essere sicura che ce l'ha fatta?......il fatto che li hai visti x qualche gg in giro non significa nulla...e non c'entra l'imprinting( infatti non ne ho parlato)...
Ovvio che non stai parlando di nidiacei; loro avrebbero senz'altro fatto una brutta fine!pier lorenzo orione ha scritto:quello che conta è essere in grado di procurarsi il cibo da soli,sfuggire ai predatori volando velocemente senza farsi acchiappare,riflessi pronti e sempre all'erta.Queste sono solo alcune delle caratteristiche che deve possedere un giovane uccello x sopravvivere in natura,tant'è vero che nelle nidiate dei piccoli uccelli,solo una piccola % riesce a raggiungere l'età adulta......Avevo letto una statistica qualche anno fa riguardo ai giovani passeri,la cui mortalità nei primi gg dall'involo del nido era stimata attorno al 90%.Forse sarà una % esagerata,ma questa è la legge della natura,potrà piacere o meno ma le cose stanno cosi...... non parlo di nidiacei ma di soggetti adulti e in grado di volare bene xchè li tengo in voliere spaziose,quindi l'allenamento al volo non gli manca,ciò che manca loro è la conoscenza delle strategie di sopravvivenza che imparano dai genitori nei gg difficili e "cruciali" dell'involo dal nido...
E' evidente che la tua esperienza è molto diversa dalla mia.pier lorenzo orione ha scritto:Inoltre,posso portare la mia esperienza di allevatore di uccelli indigeni(ora allevo Ciuffolotti Europei,ma ho allevato cardellini e tutti i fringillidi indigeni),e x esperienza diretta posso dire che tutti gli uccelli che mi sono sfuggiti dalle gabbie hanno rischiato una brutta fine,i piu fortunati sono riusciti a tornare o sono stati ritrovati stremati in qualche portone o si sono avvicinati a gabbie sui balconi alla disperata ricerca di cibo ed acqua ,xchè non sapevano dove trovarne ,conoscendo solo la gabbia in cui erano nati e vissuti dalla nascita.
Ti ringrazio molto della gentile e magnanima concessione che mi fai; aspettavo che qualcuno mi concedesse la libertà di pensiero! Grazie di nuovo!pier lorenzo orione ha scritto:Poi sei libera di credere ciò che piu ti fa comodo,..
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Direi che hai trovato un'ottima soluzione per il tuo passerotto!lastanga ha scritto:ho già preso accordi con chi si occupa di uccelli selvatici, qui vicino. so che ha delle voliere, che cura e libera animali selvatici e feriti e così l'uccello potrà imparare bene a volare e a mangiare solo....
Beh, allora...siamo in due!lastanga ha scritto:.........non potevo sottrarmi! anch'io sono selvatica e ho il mio istinto, capperi!...
Adesso ti sei spiegato bene e sono pienamente d'accordo con quello che dici!pier lorenzo orione ha scritto: Ritornando al discorso del reinserimento in libertà,non dico che sia impossibile,anzi con i dovuti accorgimenti questi uccelli possono essere reinseriti con ragionevoli possibilità di cavarsela,ma ripeto,aprire la gabbia ad un uccellino solo perchè ha imparato a beccare i semi e svolazzare in una stanza non gli assicura un futuro libero,ma è solo una condanna a morte.Inoltre le modalità di reinserimento variano a seconda della specie in questione:in generale i granivori obbligati(cardellini,verdoni,verzellini),essendo piu specializzati come alimentazione,visto che si nutrono quasi esclusivamente di semi di piante erbacee graminacee e composite,hanno piu difficoltà rispetto ad un onnivoro tipo il passero.Infatti questi fringillidi ,x riuscire a nutrirsi ,devono conoscere le piante nelle cui infiorescenze devono estrarre i semi x nutrirsi,e questo lo imparano seguendo i genitori nei luoghi di pastura,i quali insegnano loro sia il tipo di pianta(es cardo,piantaggine ecc),che il modo di estrarre i semi dai capolini.Tutto ciò lo apprendono nelle prime diffici e cruciali settimane che seguono l'involo dal nido.Quindi se si vuole reinserire in libertà un cardellino,sarà necessario offrirgli x un pò di tempo le piante che troverà in natura,xchè una volta libero non avrà la sua vaschetta di misto di semi sempre a disposizione come in gabbia.Questo è solo un esempio x farvi capire che non è tutto cosi semplice,poi ognuno faccia come crede.