Ciao,
scusa mi intrometto anch' io con qualche riflessione

Probabilmente Oip90 è stato un po' affrattato nel dire "ma perchè non l'hai ancora liberato" ma anche tu mi sembra non sei stato da meno con la risposta
Allora, se curiamo qualche uccello selvatico, per primissima cosa , ma ripeto la prima cosa da mettersi in testa, è, che una volta portato a casa il trovatello o ferito, si dovrà poi rimetterlo in sesto per cercare in tutti i modi di restituirgli la vita in libertà. Non smentisco tuttavia, che alcune categorie di animali, per poi essere reintrodotte in natura dopo magari anche anni di cure, hanno per forza bisogno di un lungo periodo di riabilitazione, per citarne qualcuno, scimmie, grandi felini, ecc.....animali che per vivere in natura devono per forza aver compreso tutte le abilità che a loro servono, come cacciare, relazionarsi coi simili e altro ancora....nel caso degli uccelli, sono i rapaci e i grandi volatili, come possono essere cicogne, cigni, che hanno bisogno talvolta ma non sempre, del periodo di voliera per riacquisire l'abilità del volo. Sempre parlando di rapaci, adirittura nei centri recupero simulano con delle maschere o pupazzi i genitori per aver meno contatto possiùbile coi pulli. Nonostante ciò, l' istinto alla caccia è nel sangue e abituandoli con esche vive poi pian piano si rendono autonomi anche per la vita in natura. Altri casi particolari, magari affetti da malattie, sindromi o deficenza varie, vengono tenuti a vita in cattività perchè inadatti alla vita in natura.
Dopo questa piccola premessa, un po' confusionale ma spero ci sia un po' di contenuto, bisogna conoscere le abitudini di vita di ogni specie di uccelli, in questo caso. Non serve essere un enciclopedia, ma informandosi si può venire a sapere che la specie che si sta curando/ allevando ha determinate esigenze per soppravvivere e devono essere insegnate lei, alcune tecniche, simulando le cure parentali dei veri genitori. Ora nel caso del fringuello, comune fringillide presente in vari ecotipi, tutto il bordello di cure, riabilitazioni, ecc sono praticamente superflue. Una specie come i fringiullidi, 80% granivori per tutto il periodo dell'anno, davvero non hanno bisogno di conoscere chissà che trucchi per mangiare o volare. Una volta usciti dal nido, si imparano il canto, lo apprendono, vengono nutruiti dai genitori, imparano a trovare le sementi nel terreno e nelle piante, poi pian piano si allontanano. Il volo è automatico....nessuno insegna loro a volare, come pure per gli altri uccelli.
E' bene si, abituare il fringuello a cibarsi di qualche semente buttata a terra, magari tra la terra....qualche larva, o tarma metterla a terra e vedere cosa combina. Vedrete l'istinto è una cosa spaventosa. L'acqua nemmeno pensarci, micca è un neonato che ha bisogno di tutte le cure possibili,,,,,vedrai basterà anche una pozzanghera per bere, mica si fanno problemi se non bevono sul beverino della gabbietta....anzi....
Ultima cosa...la caccia....lo so, è tremenda la sorte di milioni di uccelli, ma non entro in tema perchè non si finirebbe più...però si sa fa gran dolore

ma nel tuo caso, non essere così apprensivo con un uccellino, che per carità l'hai allevato con tutte le cure possibili, ma bisogna darsi un limite e pensare che ciò che aspetta è il suo destino. Se tutti quelli dei centri recuperi nei mesi di caccia non liberassero più animali, cosa ci sarebbe sovvraffolamento? come farebbero? anche se la situazione è grave quella della caccia, tu per un singolo fringuello non farti queste idee...pensa invece che può cavarsela benissimo, che per un bel po' di tempo potrà starsene vicino casa tua nel tuo giardino, se offri anche del cibo.
Quindi onde evitare eccessivo imprinting, che se prolungato rende la vita in natura ancora più difficile, lascialo andare, ha più probabilità a sfuggire a qualche fucilata, che non soppravvivere per averlo abituato troppo alla vita in cattività.
Ciao
Flavio