Salve a tutti, sono un appassionato di animali, ho avuto esperienze con ogni genere di animali e praticamente da piccolo "raccattavo" ogni bestiola che trovavo in giro. L'esperienza più significativa è stata quando da piccolo (assiduo frequentante di un negozio per animali) comprai all'insaputa dei miei un pulcino di papera. Nonostante vivessi in città, in pratica tutti avevano un cane al guinzaglio, io invece giravo per le strade con una papera, ricordo ancora quando la portavo in giro dopo la pioggia per farla abbuffare di formiche regine ( non ne vedo più molte). Altre esperienza avute con volatili, rettili, cani, gatti, pesci e roditori. Vivendo in città ho sempre avuto dei limiti (per tutto il resto c'erano i nonni con la loro casa in campagna
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), adesso mi sto riavvicinando al mondo animale e sto rimediando ad un errore di gioventù, finito di diplomarmi andrò a biologia (a 26 anni

).
Sono dunque ossessionato dal mondo animale, in particolare della fauna italiana e questo condiziona anche la mia scelta per quanto riguarda gli studi futuri.
Il mio sogno se così vogliamo definirlo, è quello di lavorare nella tutela e conservazione della fauna italiana.
La mia domande è: allevando animali autoctoni generici (muniti di cites ecc..) sarebbe lecito destinare parte della prole al rilascio in un ambiente idoneo o esistono leggi che vietano la cosa?
Ovviamente vale il discorso della nascita e crescita in cattività che ridurrebbe le probabilità di sopravvivenza, ma nel caso di una testugine hermanni quanto vale questo discorso?
A prescindere dal fattore cattività, dunque vorrei sapere principalmente quali regole governano il rilascio in natura di animali autoctoni.