Forum dedicato all'ornitologia, informazioni utili sull'allevamento e la cura degli uccelli da gabbia e voliera, ma anche info per coloro che amano il birdwatching e la natura
Specializzati in Ornitologia! Visita il nostro negozio online troverai oltre 3000 prodotti per la cura e il benessere degli uccelli. Spedizioni in tutta Europa!
Vi scrivo per raccontarvi la mia esperienza, sperando che ciò possa essere utile per qualcun altro, e per imparare qualcosa dai vostri commenti. Il 20 luglio, esco dall'ospedale in cui lavoro; vado a prendere la bicicletta, che lascio di solito dietro ad un vecchio magazzino di qualche decennio fa. Mentre apro il lucchetto sento improvvisamente un pigolio disperato: alzo la testa e, a due metri da me, vedo una scatola di cartone con dentro un piccolo di rondone, caduto da uno dei nidi nel sottotetto, 4 piani più sopra... qualcuno lo aveva trovato e, non sapendo che fare, lo aveva messo in quella scatola, con un piattino d'acqua e un pezzetto di pesca; accorgimenti derivanti da tanta buona volontà, ma ovviamente inutili... Maledico la sorte che mi ha fatto trovare il povero rondone, ma mi dico che è la natura, che molti nidiacei muoiono... inforco la mia bicicletta e me ne vado. Non so che farci! Ovviamente faccio 50 metri, e decido invece che mi porterò a casa il pulcino, per provare a salvarlo. Il fatto è che parecchi anni fa mi portarono un altro nidiaceo di rondone (però più grande di questo) che, cadendo da un nido posto molto in alto, si era ferito ad un'ala, perdendo tutte le penne remiganti; all'epoca non c'era ancora la miniera-internet, ma, provando a ragionare, lo allevai in una cesta con un panno, nutrendolo con carne macinata; ma eravamo già avanti con la stagione, e capivo che, con un'ala monca, quella povera bestia non avrebbe mai volato. Le penne iniziarono a ricrescere ma il tempo passava, inoltre il poveretto era molto inquieto: essendo praticamente adulto tentava continuamente di volare, ovviamente senza riuscirvi visto che in pratica aveva solo un'ala efficiente, e finendo per rompersi buona parte delle penne superstiti: una pena che non vi dico. Una mattina di novembre lo trovai morto, davanti alla finestra della veranda , dove lo tenevo, rivolta a sud. Non avevo nessunissima voglia di ripetere la penosa esperienza, ma non me la sentivo di lasciar morire quel pulcino per terra, sotto il sole cocente di quei giorni; arrivai a casa, recuperai una scatola di scarpe, pigliai la macchina e tornai a prenderlo. A casa mi resi conto che aveva, credo, un paio di settimane; era prostrato, ma non era ferito e -gioia!- le pennette remiganti, pur con ancora un grosso calamo, erano intere! Un po' di acqua sembrò ravvivarlo...Visto che io esco al mattino e torno nel tardo pomeriggio, mi resi conto che non potevo allevare un uccello così piccolo: l'ho portato al padre della mia fidanzata, in pensione e cacciatore quasi pentito, che accettò di buon grado di occuparsene; iniziammo subito a nutrirlo con della carne macinata: e qui abbiamo avuto la prima fortuna: so che spesso i rondoni non accettano facilmente il cibo, e che bisogna nutrirli forzatamente: questo no, mangiava senza problemi anzi, dopo pochi giorni mangiava dalla mano, praticamente da solo! Visto che la carne macinata immagino vada abbastanza bene ma non è proprio la dieta naturale del rondone, dissi che non sarebbe stato male recuperare qualche mosca... e tutta la famiglia è stata reclutata per cacciare mosche. In questo modo siamo riusciti a dargli una dieta in parte più adatta, con un misto di carne, mosche e qualche camola. Il rondone è cresciuto senza grossi problemi, e qui c'è stato il secondo colpo di fortuna: si è rivelato una bestiola tranquilla, e così le penne delle ali hanno potuto svilupparsi senza rompersi...anche le feci sembravano ok. Non l'ho mai pesato, lo confesso. Aveva anche un buon carattere, sembrava gradire i "grattini" sulla testa... Dopo un mese, però, ha cominciato ad essere più inquieto, a mangiare di meno e a sbattere un po' le ali, che erano almeno 2 cm più lunghe della coda... abbiamo immaginato che per Lindbergh fosse giunto il momento di spiccare il volo: lo abbiamo portato in giardino e lo abbiam tenuto sul palmo della mano: lui si è buttato, ma...è planato dolcemente a terra, dopo un paio di metri... abbiam riprovato il giorno dopo: stesso risultato. A questo punto ho iniziato a preoccuparmi: non sembrava aver niente che non andava, ma non volava! Eravamo al 18 agosto, e il tempo tendeva al brutto; avevo paura che tenendolo ancora, sempre più inquieto, si sarebbe rotto qualche penna nella cesta, e allora... mi veniva in mente quel povero rondone di anni prima. Ho deciso allora di chiamare il Centro provinciale per il recupero della fauna selvatica: sarebbe stata una soddisfazione grande fare tutto da soli, ma la cosa più importante era che la bestiola ce la facesse, e, a questo punto, non ero più sicuro di riuscire a cavarmela senza aiuto. L'addetto è arrivato nello stesso pomeriggio, ha esaminato il rondone e ha detto che stava bene, e che secondo lui era pronto a volare. Bene, ma il fatto è che non vola, abbiam risposto... gli abbiam spiegato come avevamo fatto, e lui ha detto che spesso gli esemplari giovani non ce la fanno a partire da un metro da terra, senza aiuto: ha detto che gli capita abbastanza spesso che gli vengano portati rondoni e, quando sono pronti a volare lui...li lancia contro vento! Io non ero per niente convinto, ma l'esperto era lui... ha proposto di lanciarlo subito, sul posto, ma lo abbiamo pregato di soprassedere, un po' perché il posto non ci sembrava adatto, un po' per timore che finisse male. Tra l'altro la giornata non era bella, c'era un po' di vento, anche se non pioveva. Allora lui ci ha firmato una ricevuta e si è portato via Lindbergh... Lasciandoci sollevati (il tipo sembrava sapere il fatto suo, e comunque, vista la sua attività, doveva essere competente) e preoccupati allo stesso tempo. Il giorno dopo ho telefonato al tizio, chiedendogli quando avrebbe liberato il rondone: ha risposto che lo aveva già fatto la sera prima, poco dopo che era andato via: lo aveva portato in un prato e lo aveva lanciato: tranquillo, è volato via bene, mi ha detto. Che dire... la stagione è avanzata e Lindbergh, evidentemente, era di una covata ritardataria, ma credo che questo non sia molto grave. Non so se il fatto di dover fare la trasvolata da solo (per questo l'ho chiamato Lindbergh) sarà un problema. Non so se sia andato lontano, magari non ce l'ha fatta: ma in questo caso, almeno, è caduto mentre faceva quello che un rondone è nato per fare: volando. Sempre meglio che morire in una scatola di cartone, sotto il sole, su un marciapiede. Diciamo che gli abbiam dato una possibilità, anche se la cosa è stata impegnativa. Ma magari ce l'ha fatta, chissà...
Per i tuoi acquisti ornitologici affidati ai professionisti! Su Hobby Uccelli Shop trovi solo i migliori prodotti ed accessori per uccelli. Prodotti disponibili in pronta consegna con SPEDIZIONE GRATIS in tutta Italia. Vai al negozio online
secondo me ce l'ha fatta ,i rondoni non hanno bisogno di imparare a volare e dell'aiuto dei genitori come tutti gli altri uccelli ,fanno tutto x istinto e quando lasciano il nido migrano subito anche da soli xchè hanno tutto scritto nel dna,secondo me questo uccello è una delle meraviglie della natura