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Il canarino di razza spagnola

Le origini del canarino di razza spagnola non sono ben definite.

Pare che in Catalogna sul finire del 19° secolo fosse diffuso l’allevamento di un canarino da cui in seguito derivarono la razza appunto ed il timbrado.

Sin dai primordi comunque possiamo dire che era sua caratteristica principale la taglia minuta anche per effetto di reiterati accoppiamenti con verzellini e canarini selvatici.

Quando nel 1931 si costituì l’Union de Canaricultores de Barcelona prese forma la volontà di creare una nuova razza, diversa da tutte quelle allora esistenti e in controtendenza rispetto al gigantismo, già allora imperante, di alcune razze.

Una stampa dell’epoca raffigurante un canarino molto snello e piccolo fù d’ispirazione.

Il riconoscimento COM, o meglio il primo riconoscimento, si ebbe nel 1961, tuttavia in seguito, forse a causa di un equivoco dovuto al riconoscimento del timbrado, la razza spagnola non venne contemplata nelle categorie COM e solo grazie all’impegno del Club de Raza Española venne ripristinata la situazione pre-esistente con un successivo riconoscimento nel 1976. Lo standard ci descrive un canarino molto piccolo e dalla struttura corporea esile.

Dal suo riconoscimento ufficiale ad oggi, il canarino di razza spagnola ha registrato una notevole diffusione in tutta Europa e Sud America soprattutto per la sua caratteristica di canarino ottimo imbeccatore della sua ed altrui prole, in particolare di piccola taglia.

Il successo dell’iniziale diffusione e popolarità lo si deve dunque all’esclusivo impiego come balia e ciò di conseguenza ne ha fortemente compromesso l’allevamento secondo standard per moltissimo tempo.

Io stesso acquistai le mie prime coppie di canarini di razza spagnola per dedicarle all’uso di cui sopra e l’approccio di molti, in seguito allevatori appassionati della razza spagnola, fù identico. Insomma pochi lo allevavano per poi partecipare ai concorsi.

Negli ultimi anni le cose sono però migliorate e la tendenza attuale è esattamente opposta ovvero oggi la razza conta parecchi allevatori dedicati quasi esclusivamente al suo allevamento e il Canarino giallo,  statistiche relative agli ingabbi ai concorsi più famosi lo confermano.

A questo ritengo abbiano contribuito più cause, tra cui la costituzione del Club Italiano Razza Spagnola – CIRS e le sue iniziative a sostegno di una corretta interpretazione dello standard e la possibilità per i giudici di forma e posizione di specializzare la loro capacità di giudizio su tre razze a scelta.

Anche la razza spagnola può dare grandi soddisfazioni ed è a mio avviso una delle razze più indicate per chi inizia ad allevare con l’obiettivo di confrontare poi i suoi migliori soggetti in mostra.

E’ l’ideale ripeto, per i novizi per il semplice motivo che non necessita neppure di particolari accorgimenti in fase di preparazione alla gabbia da esposizione, le normali avvertenze relative ad un piumaggio curato ed integro ed una sua relativa tranquillità sono più che sufficienti per ben figurare ai concorsi.

Tutti i colori, ad eccezione del fattore rosso, sono ammessi a concorso ed anche se i più tipici rimangono i classici verdi, gialli e pezzati, possiamo dire che in questa razza sono presenti decisamente molti più colori che in altre della specializzazione di forma e posizione liscia, addirittura il bianco recessivo è forse caso unico.

A dire il vero tra i primi soggetti esposti ai mondiali erano presenti anche alcuni bronzo e l’originaria denominazione COM era razza spagnola, canarino di colore miniatura.

Alcuni allevatori hanno inteso alla lettera e si sono dati alla selezione anche dei nuovi tipi pastello, satinè, opale, io stesso ho potuto ammirare dei pheo, molto belli da vedere ma come si può immaginare un pochino grandi.

In Francia dallo scorso anno sono previste categorie a concorso per i soggetti di forma e posizione mutati. canarino giallo pezzatoNaturalmente buona parte dei nuovi colori sono recentemente stati inseriti da soggetti di colore con caratteristiche morfologiche e di taglia ben differenti.

Il mio consiglio in merito è semplice.

Chi volesse affiancare alcune coppie con cui divertirsi a cercare nuove cromie dovrebbe fare attenzione a non inserirne successivamente il frutto nei ceppi stabilizzati con la conseguenza ben evidente di inquinare e rovinare un lavoro selettivo molto prezioso.

Può certo capitare, come capita, di ottenere canarini che non sono poi molto lontani dalla taglia prevista dallo standard, questi però o vengono selezionati in una linea loro dedicata oppure meglio cederli a chi fa esplicita richiesta di coppie di balie poichè i difetti inevitabilmente introdotti possono anche manifestarsi a distanza di tempo e distruggere un ceppo è certo più semplice che crearlo.

Si ringrazia il Club Italiano Razza Spagnola, per la concessione delle foto.

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Il Canarino Nero

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