In questo articolo parleremo dell’Autodeplumazione con Cause Infestivo-Infettive o Biologiche.
I Parassiti
I parassiti che possono condurre all’autodeplumazione infestivo possiamo dividerli in interni ed esterni.
Tra gli esterni (Fig. 1) i più frequenti sono: gli acari del genere Cnemidocoptes, i mallofagi, le zecche (Fig. 6) ed i pidocchi.
Di solito gli Cnemidocoptes si localizzano preponderalmente nelle zone glabre come cera, zampe e becco ma possono essere anche causa di prurito in altre regioni del corpo soprattutto nel parrocchetto ondulato (Melopsittacus undulatus) ed in altri parrocchetti australiani.
Tra i parassiti interni ricordiamo nematodi e cestodi che potrebbero indurre:
- strappamento di penne nelle zone cutanee in corrispondenza delle porzioni intestinali interessate (dato aneddotico ed ancora non del tutto dimostrato);
- prurito dovuto all’assorbimento di tossine prodotte dai parassiti;
- effetto espolinate-carenziale indotto dagli stessi ed avente ripercussioni cutanee.

Protozoi
Tra i protozoi è sicuramente molto conosciuta l’alopecia indotta da autodeplumanzione nelle Calopsitte (Nimphicus hollandicus) parassitizzate da protozoi del genere Giardia.
Anche i Coccidi potrebbero (dato clinico non dimostrato) esser causa diretta o indiretta di autodeplumazione o perdita di penne.
Batteri ed altri Microrganismi
Tra i batteri quelli che maggiormente causano follicolite sono: Aeromonas spp., Staphylococcus spp., Mycobacterium spp., Pseudomonas spp. ed E. coli.
Secondo alcuni Autori però le dermatiti batteriche non sono molto frequenti a causa dell’alta temperatura corporea che inibirebbe la proliferazione batterica e per i lipidi prodotti da cheratinociti ed uropigio aventi azione batterio-micostatica.
Anche infezioni sistemiche possono avere ripercussioni cutanee e sul piumaggio come ad esempio una polmonite (scarsa ossigenazione tissutale) oppure una gastroenterite (riduzione dell’assorbimento di nutrienti).
La Chlamydiophila psittaci, microrganismo endocellulare obbligato, spesso si associa a scadimento delle condizioni generali del soggetto tra cui rientrano anche: alterazioni del piumaggio per indebolimento organico progressivo ed epatopatie (Fig. 2).

Nel corso di questa infezione è frequente non solo la perdita delle penne ma anche il cambiamento di colore del piumaggio di alcuni uccelli come per esempio di piume rosse nel pappagallo cenerino nelle aree fisiologicamente grigie.
Anche la Megabatteriosi, sostenuta da Macrorhabdus ornitogaster, si esprime con una ridotta capacità digestiva e quindi con perdita di peso e talora scadimento delle condizioni generali comprendenti raramente anche alterazioni del piumaggio.
Miceti
Le dermatiti micotiche non sono molto frequenti negli uccelli anche se sono riportati casi di infezione della pelle da funghi dei generi: Candida albicans, Rhodotorula, Microsporum gallinae, Aspergillus, Rhizopus, Malassetia e Mucor.
Come detto per le infezioni batteriche anche infezioni micotiche organiche come l’aspergillosi dei sacchi aerei o le candidosi gastrointestinali sono associati a casi di alterazioni del piumaggio negli uccelli.
Virus
Praticamente quasi tutte le malattie virali inducono alterazioni del piumaggio in maniera più o meno eclatante anche se solamente in alcune l’aspetto dermatologico è pressoché dominante.
Di sicuro anomalie del piumaggio sono riportate nel corso di due malattie virali assai diffuse: la malattia del becco e delle piume (Psittacine Beak and Feather Disease o PBFD) e la polyomavirosi (Fig. 4).

La PBFD comporta perdita o crescita distrofica delle penne e, in taluni casi, del becco ed immunodepressione.
La polyomavirosi ha caratteristiche cliniche assai differenti in base all’età e alla specie d’uccello interessato ma molto spesso si associa ad anormalità del piumaggio, sanguinamento dai calami e ritardo nella crescita delle piume, in alto la Figura 5.
La Dermatite Cronica Ulcerativa (CUD) peculiare degli inseparabili (Agapornis spp.) e che si esprime come una sindrome automutilativa concentrata alle regioni ascellari, al patagio ed al collo come esito di un prurito ostinato e refrattario a qualsiasi trattamento, esitante spesso in lacerazioni sangiuinanti, sembra esser spesso (ma non sempre) associata alla presenza di Circovirus (PBFD) e/o Polyomavirus (Fig. 6).

Anche la Polifollicolite (crescita di diverse penne dallo stesso follicolo), secondo alcuni Autori, sembrerebbe talora associabile all’infezione da Circovirus.
Nel prossimo articolo saranno trattate nel dettaglio ciascuna le cause non infettive responsabili di questa patologia.
Si ringrazia il:
Dott. Gianluca Marchetti, DVM.
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per la realizzazione dell’articolo e delle relative fotografie.
La redazione.