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Patologie da malnutrizione

Le Patologie da malnutrizione possono essere diverse, ma tutte sono riconducibili a diete basate sull’uso esclusivo di semi.

Quelle più frequentemente riscontrate sono:

Ipovitaminosi A

La carenza di vitamina A rappresenta di fatto la più frequente causa di malnutrizione dei volatili, e pur interessando diverse specie di uccelli, riguarda particolarmente quei pappagalli alimentati solo con semi di girasole.

I sintomi legati all’ipovitaminosi A sono numerosi e tra questi annoveriamo: dimagramento, recidivanti infezioni a livello del distretto gastrico e respiratorio, sinusite, ipertrofia della ghiandola sublinguale presenza di noduli e placche biancastre a livello del cavo orale, ulcerazioni e ipercheratosi a livello degli arti.

Tali sintomi collegati all’anamnesi possono, da soli, indirizzarci verso una diagnosi di ipovitaminosi A, che potrà essere confermata da una biopsia epatica (per valutare i livelli di vit. A).

Chiaramente la terapia consiste in una correzione della dieta che deve contemplare dosi di vit. A di circa 4000 UI / kg di alimento.

Nei casi più seri è necessario somministrare la vit. A per via intramuscolare in dosi massicce.

Per le infezioni secondarie è, invece, inevitabile somministrare antibiotici di copertura.

Nei casi di elevata gravità si ricorre alla chirurgia per l’asportazioni dei noduli in cavità orale e della ghiandola sublinguale ipertrofica.

Carenza di Calcio e Vitamina D3

Anche questo problema può interessare molte specie di uccelli, ma estremamente sensibili risultano essere i pappagalli cenerini.

La carenza di calcio e vitamina D3 si ripercuotono soprattutto sull’apparato scheletrico e sull’ovodeposizione. Tant’è che è possibile notare scoliosi, deformazione delle ossa lunghe, tube dell’accrescimento, fratture spontanee, problemi neurologici (tetania e convulsioni) riconducibili a carenza di calcio.

L’anamensi, i sintomi e buone radiografie sono sufficienti a spiegarci il problema, ma per esserne certi sarà utile fare un’analisi per valutare i livelli ematici di calcio (si parla di ipocalcemia se i valori sono inferiori a 0,8 mg/dl).

Nel caso in cui ci troviamo in presenza di crisi convulsive, la risposta alla somministrazione di calcio per via endovenosa, ci chiarisce inequivocabilemte l’origine delle crisi stesse.

La terapia consiste inizialmente nella somministrazione per via parenterale di calcio, successivamente è indispensabile correggere la dieta con 0,3% di calcio (e 0,2 di fosforo per non sbilanciare l’equilibrio calcio-fosforo) e circa 200UI di vit. D3

Carenza di iodio

La carenza di iodio è tipica dei pappagallini ondulati che, in seguito a ciò, vanno incontro a squilibri ormonali che portano ad una crescita smisurata della tiroide.

I sintomi sono di conseguenza riconducibili alla compressione della tiroide stessa sulle strutture vicine (trachea e gozzo), per cui si rilevano problemi respiratori e di svuotamento del gozzo (spesso si nota rigurgito).

Notizie sulla dieta e sintomi lasciano pochi dubbi sull’origine del problema, che può essere risolto somministrando diete bilanciate.

Ipovitaminosi K

La carenza di vitamina K si manifesta con emorragie diffuse (che associate all’anamnesi ci permettono di fare diagnosi), legate a uno squilibrio dei fattori di coagulazione.

Il protocollo terapeutico contempla somministrazione di vit. K per via i.m. e una correzione della dieta con 0,5 ppm di vit. K

Carenza di vitamina E e selenio

Movimenti non coordinati, torcicollo, semi indigeriti nelle feci tremori, paralisi delle zampe: sono questi i sintomi che si riscontrano in corso di carenza di vit. E e selenio.

Come negli altri casi la diagnosi può essere facilitata dai sintomi e dall’anamnesi.

La terapia consiste nella sommistrazione per via i.m sia di vit.E e selenio, in seguito bisogna anche in questo caso correggere la dieta con vit.E ( 10 UI/ kg di alimento ).

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