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La Storia di Franca e di una nidiata di Cinciarelle

Franca è un utende del forum e ci racconta la sua avventura con una nidiata di Cinciarelle che ha allevato allo stecco salvandole da morte certa.

Quando mi chiedono dove abito sono solita rispondere che abito in paradiso: Vivo in campagna anche se non da sempre (sono nata in città), ma fin da bambina ho sempre avuto la passione per gli animali che io chiamo “del bosco” cioè quelli selvatici per intenderci.

I miei genitori avevano una piccola casa in campagna dove trascorrevano le vacanze estive e lì sono iniziate le mie avventure (anche se il termine più appropriato riferito a quel periodo sarebbe “disavventure”) con i piccoli volatili caduti dai nidi.

Ho 40 anni, ed allora, quando iniziai la mia maldestra attività di “salvataggio” non erano disponibili sul mercato prodotti per l’allevamento allo stecco di piccoli nidiacei, per cui mi arrangiavo preparando delle ricette per l’imbecco, la cui composizione alquanto fantasiosa e poco efficace dava dei risultati quasi sempre pessimi.

Nel giro di un paio di giorni il piccolo moriva ed io in lacrime mi apprestavo ripetutamente a celebrare un funerale.

Oggi, con la commercializzazione di prodotti specifici reperibili facilmente in ogni negozio di animali, le cose sono più semplici anche per chi non ha esperienza nell’allevare piccoli uccellini. Non che sia una cosa semplice occuparsi di una intera nidiata o di un solo piccolo improvvisarsi mamma uccello non è una cosa semplice.

E’ richiesta tanta pazienza, acutezza nel rendersi conto immediatamente che qualcosa non va per il verso giusto per porre immediatamente rimedio e correggere eventuali errori, sveglie all’alba, e tanta apprensione, per lo meno per come vivo io il mio rapporto con le creature che il destino mi ha affidato.

La storia dei quattro piccoli di cinciarella di cui vi voglio parlare ha inizio un giorno di maggio, quando una vicina di casa, essendo a conoscenza di questa mia passione, mi porta quattro piccoli volatili con gli occhi ancora chiusi e senza nemmeno una piuma.

Dopo un primo impatto di panico, dovuto soprattutto per le loro dimensioni che erano veramente lillipuziane, mi rimbocco subito le maniche e senza perdermi d’animo li scaldo inizialmente tra le mani e soffiando alito caldo.

Purtroppo mi rendo subito conto che questo primo approccio non basta e non è sufficiente per riscaldare a dovere i pullus, infatti decido di metterli in una scatola con un panno di lana e di riscaldarli con una lampada, quelle che si usano per i rettili, sempre stando ben attenta a non avvicinarla troppo ai piccoli.

Con il caldo si sono subito rinvigoriti ed hanno iniziato ad aprire il becco, non appena stimolati dal bastoncino con il pastone per l’imbecco che, nel frattempo, avevo preparato.

Controllando le feci, mi sembravano buone, perché quando le toglievo, erano inglobate in quella specie di gelatina che non fa sporcare il nido.

Nidiata di cinciarella ritrovata da Franca.
Nidiata di cinciarella ritrovata da Franca.

Uno di loro, il più piccolo, aveva una zampina rotta che ho bloccato con un cerotto e del cotone, piegata accanto al corpo. Nonostante il trauma subito, il piccolo mangiava regolarmente come i suoi fratelli.
La polvere per preparare il pastoncino da imbecco la tengo sempre in casa, anche quando piccoli non ce ne sono, perché in caso di emergenza, magari la sera, non si ha il tempo di aspettare l’apertura dei negozi ornitologici.

A prima vista i piccoli volatili mi sembrano dei pulli di cardellino, ma non essendo un’esperta mi metto subito alla ricerca di informazioni su internet e proprio in questo modo scopro il sito e il relativo Forum di Hobby Uccelli.

Dopo un primo e veloce sguardo al Forum “SOS Nidiacei”, decido di iscrivermi e di lasciare un messaggio nel quale chiedevo aiuto per una piccola nidiata di cardellini!!!

Entro breve tempo mi arrivano le prime risposte e con esse i primi consigli su come alimentare al meglio i pullus che fino allora credevo essere di cardellino.

Con tanto amore e con l’aiuto, seppur virtuale, degli utenti del forum inizia la mia avventura e mi trasformo in una “mamma uccello”.

I piccoli Nidiata di Cinciarelleuccellini crescono in fretta, dopo tre giorni iniziano ad aprire gli occhi e qualche giorno dopo spuntano le prime piume e mi sembra di notare una banda alare bianca, poi iniziò a comparire del giallo tenue sul petto, e successivamente è comparsa una specie di coroncina verdognola in testa.

Con tutti questi repentini cambiamenti, capisco che forse non si tratta di una nidiata di cardellini, ma sicuramente di qualche altra specie.

Nel giro di poco tempo, nel Forum, era iniziata una specie di toto-scommessa ornitologica. Furono tirati in ballo cardellini, fringuelli, ciuffolotti, ecc anche se dalla quantità di cibo che riuscivano ad ingurgitare io credevo che si sarebbero tramutati lentamente in poiane!

Tutto questo durò finchè qualcuno, aiutato anche dalle foto e dai colori delle piume che nel frattempo erano spuntate, non disse con sicurezza che si trattava di cinciarelle quindi insettivori!

La notizia mi prese alla sprovvista e mi ha quasi spaventata, perché non sapevo bene come alimentarle essendo le cinciarelle degli uccelli insettivori, ma poi grazie anche a tutte le persone che partecipano al Forum mi sono rimboccata le maniche ed è così iniziata la mia avventura con le Cinciarelle.

Cambiai immediatamente il tipo di alimentazione e sostitui il normale pastone per granivori con un o più specifico per gli insettivori. Pulli di Cinciarella.

Purtroppo, nonostante le mie cure e l’attenzione riposta, ci furono due perdite di cui non mi capacito ancora perché apparentemente senza alcun sintomo.

Il decimo giorno al piccolo con la zampa rotta è stata tolta la fasciatura e la frattura era guarita, per me questa è stata una grande soddisfazione, e cosa più importante senza nessun tipo di zoppie per cui è stato possibile ridare ai due piccoli la cosa più preziosa: la libertà.

Pullus di Cinciarella

Naturalmente, prima di liberarle, mi sono sincerata che riuscissero ad alimentarsi autonomamente e soprattutto passai con loro meno tempo del solito, avendo notato che erano facilmente imprintabili ed il loro saltellarmi nelle mani, quando mi vedevano, non era certo una buona cosa per il loro futuro di “animali del bosco”.

Sono state liberate all’incirca un mese dopo , durante una bella e soleggiata mattinata di Giugno.

Non le ho lasciate io direttamente, non lo faccio mai con i selvatici che allevo, gli addii non mi piacciono e di solito lascio la gabbietta a mio marito, che si reca nella selva adiacente alla nostra casa.

Ritorna sempre solo, con la gabbietta vuota, e come ogni volta mi fa notare che si sono lanciate senza voltarsi indietro.

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