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Il Cuculo (Cuculus Canorus)

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Il cuculo, uccello schivo e sfuggente, prende il nome dal verso inconfondibile della sua specie ossia il celebre “cu-cù”, che da fine marzo a metà agosto rimane riconoscibile tra i tanti canti della primavera.

Il cuculo (Cuculus Canorus), cauto e solitario di natura, può essere scovato tra i cespugli dove si rifugia grazie al suo caratteristico canto; misura all’incirca 32 cm e pesa tra i 100 e i 130 g.

Possiede un abbondante piumaggio, con le piume del dorso di un grigio ardesia; testa, parte della gola e lati del collo sono invece di un grigio cenere, mentre il ventre e l’altra metà della gola sono di colore biancastro o grigio scuro.

La coda si presenta lunga e grigia con bordi neri e bianchi e le ali , anch’esse grige, sono longilinee e appuntite.

È molto difficile riuscire ad avvistarlo mentre vola a nascondersi tra le foglie di un groviglio erboso e i colori della sua livrea lo aiutano a passare inosservato, ma se si ha la fortuna di ammirarne un esemplare da vicino, si potranno notare i begli occhi cerchiati di giallo.

Il becco è molto robusto, puntuto e ricurvo ed è ideale per ghermire bruchi e diversi tipi d’insetto; le zampe, gialle come il becco, hanno due dita rivolte in avanti (non tre come i passeriformi).

La femmina adulta ha quasi sempre la livrea delle parti superiori grigia, ma si può trovare (solo tra le femmine) una varietà rossiccia detta “epatica”: questi cuculi, “in forma rossa”, hanno il piumaggio del dorso attraversato da riflessi color ruggine e barrato di bruno; i giovani di questa specie hanno una tacca bianca sulla nuca e il loro piumaggio è quasi sempre di un bruno spento.

In volo non differiscono molto dagli adulti che spesso, vengono scambiati per piccoli rapaci, questo per via della forma delle ali e della lunga coda arrotondata puntellata di bianco; seguono una traiettoria dritta, con le ali al di sopra del livello del corpo e benchè solchino i cieli con molta sicurezza, sul terreno camminano con difficoltà e non si distinguono per le loro doti di arrampicatori.

Diffusione e habitat del Cuculo

Il cuculo comune è un migratore e nidifica in gran parte dell’ Europa e dell’ Asia, a differenza di Arabia, India, e Tailandia dove è solo un uccello di passo o invernale; è diffuso anche in
Africa e, in Italia, lo si può trovare sia in pianura che in montagna durante la seconda metà di marzo.

Passa l’inverno in Africa meridionale e orientale, nella parte sud del Kenya o in Africa tropicale (Camerun), mentre in Asia tropicale è probabile sia stanziale.

Il cuculo si sposta di notte da solo o in piccoli gruppi e vive in ambienti eterogenei, ma generalmente lo si incontra nei boschi di latifoglie e conifere; benchè sia un uccello arboricolo, lo si può trovare anche in luoghi brulli e asciutti, come isole prive di vegetazione o steppe e non disdegna ambienti come stagni e canneti.

Per lo più la scelta del luogo collima col numero di passeracei presenti in zona: se sono numerosi, il cuculo avrà più probabilità di trovare un nido per le sue uova.

A parte gli uccelli che parassita, il cuculo comune vive in pace con molte specie diverse.

È risaputo del suo caratterino litigioso, ma in realtà questo atteggiamento è da considerarsi limitato al periodo degli amori che lo rende geloso al punto da considerare ogni altro uccello un temibile rivale; basta che ne senta il canto per predisporsi istintivamente alla lotta.

curiosità

Nella mitologia greca viene resa nota l’invadenza di questo particolare uccello: ciò che si narra e che un giorno Zeus, con l’intento di sedurre sua sorella Era, scatenò un temporale e prese poi le sembianze di un cuculo; quando la dea vide l’uccello intirizzito lo tenne fra le sue braccia per scaldarlo e a quel punto, tornando nella sua forma originaria, Zeus giacque con la sorella costringendola poi a un matrimonio riparatore.

Gli artisti dell’ antica Grecia erano avvezzi raffigurare la dea sul trono con in mano uno scettro adornato da un cuculo.

Il  verso e il canto del Cuculo

Ecco che nelle belle giornate di  fine marzo ed inizio aprile, risuona per i boschi l’ inconfondibile “cu-cù”; nella tradizione il cuculo è annunciatore di primavera e in passato, per i nostri antenati, segnava l’inizio di un periodo d’ intenso lavoro nelle campagne.

Il suo canto serve sia per attirare una compagna, sia per marcare un territorio; il suo verso è famosissimo e le due identiche sillabe “cu-cù” vengono ripetute e modulate quasi all’ infinito, fatta eccezione per la variante “cucu-cù”, segno che il maschio è eccitato per una femmina nei paraggi.

La futura compagna viene attirata mentre il maschio è in volo, questo per proteggere dall’alto il territorio dai rivali; sporadicamente anche la femmina si fa udire con un lungo e sommesso “glu-glu”.

Quando canta poggiato, il cuculo tiene  le ali cascanti e la coda sollevata oscillando avanti e indietro per restare in equilibrio.

Riproduzione del Cuculo

Nel  periodo della riproduzione, il maschio del cuculo sceglie un territorio abbastanza esteso e cerca di proteggerlo da ogni possibile rivale; per far ciò canta instancabilmente e sul dominio designato innalza una barriera sonora ripetendo il suo verso per tutto il giorno: dalle prime ore dell’alba al calar della sera, fin’ anche a notte fonda.

Quando non è in volo, ha l’abitudine di voltarsi continuamente sul ramo dov’è posato assicurandosi che il grido giunga in tutte le direzioni; il territorio così delimitato, non coincide affatto con lo spazio in cui sorgerà il nido, ma solo con l’ aria abitata dal maschio della coppia: difatti per la femmina sarà solo il punto di partenza per la ricerca dei nidi di altre specie in cui deporre le uova.

Durante la stagione riproduttiva ogni femmina di cuculo viene corteggiata da più maschi, il cui ruolo termina dopo la fecondazione; dopo un rumoroso inseguimento, l’accoppiamento avviene a terra o su un grosso ramo e dato che questi uccelli non hanno nessun’ altro approccio diretto, è possibile si trasmettano allora i particolari pidocchi pollini che li parassitano.

I cuculi non costruiscono nidi, non covano le uova e non svezzano i piccoli; dopo ogni accoppiamento con un diverso partner, la femmina di cuculo depone un uovo per un totale di 10-20 uova nell’arco di 3-7 settimane.

Per ogni uovo cerca un nuovo nido, che sceglie dopo scrupolose osservazioni: i genitori adottivi vengono scelti in base all’ alimentazione più idonea per la sua specie e può capitare che preferisca la specie da cui lei stessa è stata allevata. Si formano così dei “clan”, nel cui ambito, i cuculi parassitano sempre la stessa specie.

Due uova di cuculo nello stesso nido provengono solitamente da due femmine diverse; alla schiusa, i piccoli si contenderanno il nido e il più robusto eliminerà l’altro.

In genere le femmine che depongono le uova di un determinato colore scelgono uccelli le cui uova hanno il medesimo colore, caratteristica ereditaria risultante da meccanismi selettivi.

Per lo più le specie nidificanti sono passeracei come lo scricciolo, il pettirosso, il cannareccione, la cannaiola, la passera scopaiola, la ballerina bianca, il codirosso, la cannaiola verdognola e la capinera.

Una volta scelto l’obiettivo il cuculo aspetta che la femmina dell’ altra specie deponga le sue uova poi, durante il primo mattino attende pazientemente l’ andirivieni della coppia ospitante e alla prima occasione, si posa sul nido per deporre il suo uovo: se le circostanze lo richiederanno, per far spazio al suo, inghiottirà una o due uova altrui.

La coppia ospitante rientrata al nido non si accorgerà di nulla e la femmina di cuculo non si preoccuperà oltremodo della prole, troppo impegnata a cercare un altro nido per l’uovo successivo.

Gli uccelli che vengono parassitati dai cuculi sono perfettamente consapevoli del pericolo, per cui cercano di proteggere il nido quando vedono che una femmina di cuculo si aggira nei paraggi: questa viene perseguitata con ferocia dai passeracei in modo che si rifugi in un’altra parte del bosco.

Non sempre comunque si riesce ad evitare che la femmina di cuculo deponga il suo uovo e quando questo avviene, l’istinto di protezione degli uccellini prende il sopravvento spingendoli a prendersi cura dell’ invasore a scapito dei propri implumi.

Alla schiusa (che avviene dopo 12 giorni) il neonato, senza piume e cieco, coi suoi 8 grammi occupa tutto lo spazio disponibile e già dopo qualche ora spinge nel vuoto le uova che si trovano nel nido, monopolizzando in tal modo l’attenzione dei nuovi genitori; tale comportamento è sollecitato anche dall’ ipersensibilità della sua pelle, che gli rende intollerabile il contatto con gli altri uccelli.

Pulcino di Cuculo nel nido
Nella prima immagine (a sinistra) si può notare un pulcino di cuculo, appena nato e con poche ore di vita, che seguendo il suo istinto si libera, con grande sforzo, delle uova presenti nel nido in modo da ottenere tutte le attenzioni dei genitori adottivi. Nella seconda immagine (destra) lo stesso pulcino a distanza di qualche settimana, ormai cresciuto e quasi totalmente impiumato e prossimo all’involo. Notare le dimensioni del becco ma anche di tutta la struttura fisica rispetto al genitore adottivo.

I genitori adottivi non si oppongono a tutto questo e si occupano del neonato come se fosse uno dei loro: pigolando ininterrottamente il piccolo reclama il cibo e i due uccellini, stimolati a nutrirlo dalle macchioline sul fondo del suo becco (più grosse che in altre specie), non lo fanno attendere; l’ insaziabile uccellino è nutrito con mosche, coleotteri, lumache, bruchi e vermi.

Il voracissimo uccellino, nutrito assiduamente, diventa molto più grosso di loro e per tre settimane rimane nei pressi del nido fino a diventare indipendente; con l’arrivo dell’autunno, partirà per l’ Africa nella sua prima migrazione con gli adulti della sua specie e vi resterà per tutto l’inverno.

Ad oggi non è ancora chiaro il comportamento opportunistico del cuculo, sta di fatto che non sembra essere il modo migliore per perpetuare la propria specie.

Infatti un buon numero di uova non vengono covate, gli uccelli che hanno subito l’invasione possono decidere di abbandonarle; quelli che riescono a nascere possono morire nella fase di svezzamento o durante i primi voli nei pressi dello stesso nido, giacché i loro continui pigolii attirano attorno ad esso un gran numero di predatori come rapaci e roditori, mettendo inconsapevolmente a repentaglio la propria incolumità.

Solo un uovo su venti produrrà un uccello capace di migrare, statistica legata alla longevità dei cuculi che occupano una zona e all’alto numero di uova deposte.

Alimentazione del Cuculo

Il cuculo è solito nutrirsi di bruchi pelosi dotati di setole urticanti e perciò rifiutati da altri uccelli, come la processionaria del pino; ciò è possibile grazie ad una membrana che riveste e protegge il suo stomaco, capace di trattenere i peli di questo insetto e trasformarli in una sorta di pelliccia.

Questo tessuto interno ciclicamente si rinnova, determinandone una sorta di muta; oltre alla processionaria, essendo un insettivoro, il cuculo si nutre anche di vari insetti, grossi buchi, ragni e vermi.

I cugini del Cuculo

Presente un pò in tutta Europa troviamo il cuculo comune, ma è  nel sud del continente che si può avvistare la varietà nota come il cuculo dal ciuffo; non mancano poi i cugini d’oltreoceano quali  il cuculo americano e il cuculo occhirossi, raramente avvistabili dalle nostre parti.

Il cuculo dal ciuffo ( Clamator glandarius) possiede, a differenza del cuculo comune, colori più vivaci e ben divisi: grigio scuro sulle parti superiori, bianco-giallastro su quelle inferiori e parte delle ali , in più, i maschi adulti presentano un tipico ciuffo grigio-azzurro sulla testa; rispetto al cugino comune ha ali più arrotondate e in volo è distinguibile dal primo grazie ad una coda ancora più lunga e stretta.

I giovani hanno le parti superiori nere, ali picchiettate di macchie bianche e penne primarie color ruggine con punte nere; le parti inferiori sono bianche e la gola gialla.

Questo cuculiforme frequenta ambienti aridi e stepposi, con preferenza per la macchia mediterranea e parassita specie come corvi e gazze.

Il cuculo americano (Coccyzus americanus), detto anche beccogiallo per via del colore del suo becco,è più piccolo rispetto al cuculo comune, ma come lui è caratterizzato da ali a punta e coda lunga; la livrea è bruna nelle parti superiori e bianca in quelle inferiori; altrettanto schivo, fa capolino talvolta in Europa durante la migrazione autunnale.

Il cuculo occhirossi (Coccyzus erythropthalmus) è caratterizzato da occhi scuri cerchiati da un anello perioculare rosso corallo molto intenso, visibile solo nella parte anteriore dell’occhio; il becco, grigio-bluastro, si incurva e scurisce verso la punta e il vivace piumaggio si compone della parte inferiore bianca sfumata di giallo verso la gola, la fronte è chiazzata di blu e nuca, dorso e ali sono bruno-rossicce come la parte superiore della coda, che nella parte inferiore appare invece bianca.

È l’unico membro del suo genere ad essere sprovvisto di macchie, cosa che lo differenzia da tutti gli altri cuculi.

Il corridore della strada o “rodranner” (Geococcyx californianus) è il cugino più famoso del cuculo comune, infatti nei fumetti è l’uccello inafferrabile Beep-beep che viene inseguito da Willy il Coyote; pur sapendo volare, preferisce spostarsi velocemente via terra, raggiungendo i 20 km/h e oltre.

Il suo piumaggio tende al bianco su petto e ventre mentre testa, dorso, ali e coda sono striate di nero, marrone scuro e biancastro.

Dietro agli occhi gialli, spicca una linea bianca e sul capo risalta una crestina nera e bruna; il lungo becco ricurvo sulla punta ha una tonalità grigio-bluastra, così come le zampe e la sua lunga coda bilancia i veloci movimenti durante le corse scattanti.

Una sua particolarità è di entrare in ipotermia durante le gelide notti nel deserto per risparmiare energia e all’alba, servendosi del sole, assorbe più calore possibile rivolgendo le piume in direzione dei raggi; nel pomeriggio invece, quando il caldo diventa opprimente, dimezza scaltramente le sue attività.

 

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