Come avevo già accennato in un articolo precedente, gli aminoacidi limitanti sono quelli che vengono presi in considerazione nella dieta secondo le esigenze del periodo: mantenimento, riproduzione e muta.
Un completo approvvigionamento di tutti gli aminoacidi indispensabili per gli animali da allevamento ha luogo nella grande maggioranza dei casi attraverso la combinazione di sorgenti naturali di proteine.
Spesso tuttavia anche le razioni meglio congegnate presentano delle lacune nella gamma degli aminoacidi essenziali, queste possono riguardare uno o più componenti, i quali assumono il ruolo di limitanti, per cui può rendersi utile ricorrere all’aggiunta di aminoacidi di sintesi.
Nella formulazione corrente della razione non ci si preoccupa del controllo di tutti gli aminoacidi essenziali, di cui la maggior parte è già presente nei mangimi che la compongono, ma piuttosto di una eventuale integrazione degli aminoacidi considerati limitanti.
L’inserimento di tali aminoacidi costituisce sempre un problema complesso, dovendosi conoscere con una certa approssimazione, il reale contenuto degli aminoacidi nei mangimi semplici, la loro variabilità e infine il fabbisogno effettivo degli uccelli ai quali la razione è destinata.
Tenuto conto del fatto che la metionina è, con la lisina, l’aminoacido che esercita più spesso un’azione limitante nell’utilizzazione della frazione proteica, appare evidente il beneficio di poter disporre dei prodotti di sintesi.
Caratteristiche chimiche e nutritive degli aminoacidi limitanti
Dal punto di vista chimico la metionina è un aminoacido contenente zolfo. La sua funzione biologica è specifica e multipla, essa diventa parte della proteina dei tessuti sintetizzati durante la crescita; può trasformarsi in altri aminoacidi solforati, in primo luogo in cistina, importante nella formazione delle penne; promuove la sintesi della creatina e della colina.
In commercio la metionina è classificata con l’apposizione della sigla DL, che sta a significare la contemporanea presenza sia della forma destrogira che della forma levogira, entrambe egualmente attive nell’alimentazione (la metionina biologica è però, come tutti gli aminoacidi naturali, levogira).
Si presenta sotto forma di una polvere bianca o con leggera colorazione rosa e con odore caratteristico.
La metionina agisce migliorando il valore biologico della proteina e l’efficienza proteica della razione; inoltre esercita una interferenza specifica sul metabolismo proteico.
Quest’ultima azione è legata anche all’attività della vitamina B12 , nei riguardi della quale la metionina manifesta uno spiccato sinergismo: infatti la carenza di vitamina B12 si manifesta più facilmente quando la razione è scarsa di metionina (razioni a base di proteine vegetali). Ha attività antiossidante.
E’ importante per il funzionamento del fegato e la produzione di anticorpi. Impedisce un anormale accumulo di grasso nel fegato.
Le conseguenze di una deficienza di metionina nella dieta sono soprattutto ritardo della crescita e riduzione dell’incremento di peso per unità di alimento consumato.
Negli uccelli si hanno difetti della riproduzione, disordini nello sviluppo del piumaggio, presenza di pica e cannibalismo, ridotta produzione di uova.
Il ruolo disintossicante della metionina è pure attribuito alla presenza di zolfo nella molecola.
La metionina è infine il componente da cui dipende in maggior grado l’azione e l’efficacia degli altri aminoacidi; esiste perciò un rigoroso rapporto fra potere energetico degli alimenti e quantità di metionina presente negli stessi; in altre parole il valore biologico de un mangime, valutato in base alle sue caratteristiche qualitative, dipende anche dalla presenza di un’adeguata quantità di metionina.
Questo serve a far comprendere in quali gravi errori si possa facilmente incorrere nella preparazione dei pastoni valutando solo il loro valore calorico.
Si deve tener presente che la metionina può trasformarsi in cistina, altro aminoacido importante per la sua azione sul metabolismo. Inoltre la presenza di questo aminoacido nei mangimi complessi è tanto più sentita quanto maggiore è l’impiego di proteine vegetali.
La lisina si trova in tutte le proteine naturali ma in quantità maggiori nel regno animale che in quello vegetale.
Si presenta sotto forma di polvere microcristallina bianca, inodore, di sapore leggermente salino, molto solubile nell’acqua.
In commercio si trovano sia il prodotto classificato DL (destro-levo) che quello L (levo), analogo al prodotto naturale.
Solo la forma L presenta caratteristiche di aminoacido essenziale.
La carenza di lisina determina le seguenti sintomatologie: arresto della crescita o perdita di peso e peggioramento della qualità delle piume.
Mancanze particolari si manifestano in maniera evidente nelle miscele a base prevalentemente di cereali.
In questi alimenti la lisina costituisce l’aminoacido essenziale primo limitante, quello in altre parole la cui deficienza risulta percentualmente la maggiore rispetto al fabbisogno o rispetto allo standard (proteina dell’uovo intero).
Sono invece ricchi di lisina le farine di carne, di pesce e il lievito di birra.
Quest’ultimo rappresenta anzi un vero e proprio concentrato del prezioso aminoacido.
Va ricordato che per la lisina più che per qualsiasi altro aminoacido il fabbisogno per lo sviluppo è ben superiore al fabbisogno di mantenimento.
I vantaggi di un’integrazione di lisina sono quindi particolarmente sensibili nel primo periodo di vita.