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Passero del Giappone

Il Passero del Giappone è un ibrido fertile nato da diversi generi di lonchura, presenti in quel territorio ideato dall’uomo con un grande pregio quello dell’allevare.

Il Passero del Giappone è un ibrido.

Questa piccola lonchura, genere a cui esso appartiene, è stata ideata dalla sapiente mano dell’uomo.

Un ibrido fertile quindi, con un grande pregio: allevare.

La domanda che viene da porsi allora è: quali sono i suoi parentali?

Quale è stata la combinazione vincente per creare questa enorme capacità?

È  l’interrogativo che tanti ornicoltori si sono posti e a cui hanno voluto dare risposta, una risposta apparentemente facile se si pensa ad un ibrido, ma in questo caso di non facile risoluzione, perché la sua origine viene fatta risalire al 1700, allorquando dei lungimiranti giapponesi se ne interessarono per il solo scopo commerciale, ma è in Cina che in tempi precedenti, venne allevato e detenuto in cattività e originato da non precisate ibridazioni tra, evidentemente, diversi generi di lonchura presenti in quel territorio, per cui molte sono le teorie accreditate per la sua origine, ma nessuna sembra essere ufficializzata.

E’ conosciuto in tutto il mondo per la capacità di allevare non solo la propria prole, ma una serie di esotici ad esso affini, e soprattutto quelli del genere estrildidi.

Però la sua immensa  capacità non si esaurisce con il solo allevare, ma anche con l’enorme maestria nel mostrarsi a noi con un’infinità di mutazioni, “tirate fuori” dal suo enorme bagaglio genetico e con mirati incroci dalla mano dell’uomo.

Non ha molte pretese nell’alimentazione,  anche se viene somministrata in maniera molto spartana  non crea disequilibri né preoccupazione anche nell’allevare la prole.

E’ un uccello consigliato per chi inizia ad interessarsi al mondo dell’esotico, sia perchè non desta problematiche  nell’alimentazione appunto, sia perchè si adatta a qualsiasi ambiente e a qualsiasi temperatura.

Aspetto e caratteristiche del Passero del Giappone

Ma andiamo con ordine: il nome scientifico è lonchura striata domestica, raggiunge una lunghezza massima di 13 cm e la sua colorazione va dalle tonalità del bruno a quelle del nero-grigio fino al bianco candido, non c’è dimorfismo sessuale, e la sola distinzione dei sessi è il canto.

Si presenta con testa, dorso, remiganti e timoniere di un unico colore a seconda della mutazione, fatta eccezione per alcune, e con un ventre, il più delle volte, bianco candido su cui si stampa un disegno a chicco di riso, caratteristica che lo contraddistingue.

Nell’alimentazione come già detto  non ha grosse pretese e in effetti basta un buon misto per esotici costituito prevalentemente di panico, miglio bianco e rosso, scagliola e del niger, un buon pastone all’uovo e questa piccola lonchura, forte e tenace, alleverebbe qualsiasi cosa, non bisogna però  mai dimenticare che per completare la dieta ed assicurasi così un suo ottimo stato di salute, occorre integrare con un osso di seppia e del grit, gradisce poco frutta e verdura, ma se abituata non disdegna quest’ulteriore integrazione.

Dato che, come dicevo, è un uccello creato dall’uomo, non si conosce il suo comportamento in natura, soprattutto per quanto concerne la riproduzione, ma che in cattività  risulta, una volta formata la coppia, piuttosto facile; appronta un nido molto grossolano, con il più disparato dei materiale, accetta un po’ di tutto, dalla juta, al sisal, dal fieno al crine e il più delle volte si ritrovano nel nido anche pezzettini di giornale usati come fondo delle gabbie, per cui tutto fa brodo, basta solo mettere  a sua disposizione una cassetta nido.

Allevamento del Passero del Giappone

Il maschio corteggia la propria compagna con una certa insistenza, ipnotizzandola con il canto e la classica danza che contraddistingue tutto il genere lonchura, depone dalle 3 alle 6 uova, che si schiuderanno dopo circa due settimane.

L’incubazione è portata avanti da entrambi i sessi, molto spesso dandosi un cambio sistematico, ma non risulta difficile che in alcune coppie tutto ciò venga fatto all’unisono, sono uccelli monogami, una volta che si sono scelti, restano insieme tutta una vita.

I pulli crescono a vista d’occhio, ben alimentati dai genitori e intorno alle tre settimane di vita si affacciano al “mondo”, ci si ritrova ad osservare incredule testoline che spuntano dalla finestra del nido, timorose, guardinghe, occhioni spalancati pronti a valutare se capaci di compiere un balzo fino al più vicino posatoio, che non tutte colgono, ritrovandosi con  buffi “tonfi” sul fondo della gabbia e guadagnando un angolo; lì si sistemano tutte insieme, ancora timorose, guardinghe, in attesa di una rassicurazione che puntualmente arriva da parte dei genitori.

Ci vorranno almeno altre due settimane affinché  si rendano del tutto indipendenti, ma sono ben supportate dai genitori che se ne curano fino al completo involo; intanto che la prole si rende indipendente la coppia appronta un nuovo nido per una nuova deposizione, si riprodurrebbero ininterrottamente tutto l’anno, ma è buona norma, per mantenerli sempre nel miglior stato di salute possibile, dopo tre deposizione, darle il meritato riposo.

Il comune Passero del Giappone che spesso ci si ritrova ad osservare anche nelle più piccole uccellerie, tant’è la sua diffusione, è quello definito dagli ornicoltori, “da balie” , buffissimo nelle sue pezzature e nei sui colori appastellati.

Su questa splendida lonchura, inoltre, è stato fatto un certosino lavoro di selezione, uniformandone i colori, cercandone le massime ossidazioni, e uniformandone, rendendolo unito e regolare, il suo caratteristico disegno ventrale a chicco di riso, che parte dal petto fino a raggiungere il basso ventre.

Sono state ricercate le colorazioni dominanti, le recessive, le sesso-legate, definite mutazioni, classificate nella serie dei bruni e in quella dei grigi e secondo la loro trasmissione genetica, per cui, non tradendo le aspettative, fino ad oggi, il nostro passero lo si può osservare nella splendida mutazione nero bruno, moka bruno, e rosso bruno, inoltre, nella nero grigio, moka grigio e rosso grigio; nella serie dei perla con la bruno perlata e la nero perlata; nella serie dei pastello con la moka-bruno pastello, la rosso-bruno pastello, la moka-grigio pastello ed infine la rosso-grigio pastello; nella serie ali-chiari con la moka-bruno, la rosso-bruno, la moka-grigio, ed infine la rosso-grigio ali-chiari, senza contare la ciuffato, la crema-ino, la bianca, l’albino recessiva, la scudato ed infine la pezzato.

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