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I Probiotici nell’allevamento degli uccelli

I probiotici hanno un effetto benefico sulla salute generale degli uccelli domestici e il loro utilizzo contribuisce a migliorare l’assimilazione delle sostanze nustritive e soprattutto ad incrementare in modo naturale le difese immunitarie

Introduzione alla probiotica

Probiotico, dal greco “pro bios”, significa letteralmente “favorevole alla vita”, ma la definizione scientifica comunemente accettata è quella del ricercatore inglese Fuller, secondo il quale è probiotico un microrganismo vivente e attivo, che riesce, una volta ingerito come supplemento dietetico o come componente di alimenti, ad esercitare un effetto benefico sulla salute dell’ospite, poiché in grado di migliorare il bilancio microbiologico intestinale e la modulazione positiva del sistema immunitario.

Naturalmente tale effetto si può manifestare solo se la dose di microrganismi probiotici “vitali” assunti è sufficientemente elevata.

Occorre ora fare due considerazioni.

    1. La prima è che il tratto gastrointestinale del pullus è sterile e che, in condizioni naturali, acquisisce la microflora intestinale direttamente dalla madre. È molto importante che ciò avvenga, ed è ugualmente importante che questa flora digestiva si conservi costantemente in equilibrio durante la vita del soggetto.
      In caso contrario aumenteranno i rischi di infezioni da batteri e virus patogeni e, di conseguenza, i rischi di mal digestione e di diarrea.
    2. La seconda è che, a livello gastro-intestinale, assume un’importanza primaria l’equilibrio ecologico che si instaura tra i “FERMENTI LATTICI” (batteri lattici) e le differenti specie microbiche putrefattive e/o patogene. Questa osservazione, è oggi supportata da innumerevoli studi scientifici.

La probiotica, nasce dalla regola di PREVENIRE le patologie prima di preoccuparsi delle cure, cercando di conservare quegli equilibri naturali fisiologici dell’organismo che sono il fondamento della buona salute e della produttività animale.

Sono tre i requisiti ritenuti essenziali:

  • i microrganismi devono essere vivi (fermenti lattici vivi);
  • la quantità somministrata deve essere adeguata;
  • devono essere dimostrati i vantaggi per l’organismo che “ospita” i germi probiotici nel tratto gastroenterico.

Definizione di probiotici

Un probiotico è un additivo alimentare a base di “microrganismi vitali“ che ha un’influenza benefica sull’animale ospite, migliorandone l’equilibrio microbico intestinale (Fuller).

I probiotici sono microrganismi vivi che, se somministrati in quantità adeguata, hanno un effetto benefico per l’ospite (FAO 2001).

Argomenti che tratteremo:

  • La microflora digestiva e le sue funzioni.
  • Ecologia microbica del tratto digestivo dei volatili.
  • Dinamica dell’equilibrio microbico gastrointestinale.
  • Ruolo dei fermenti lattici.
  • Perché, quando e come usare i fermenti lattici.

La microflora digestiva e le sue funzioni

La microflora gastro-enterica di un animale a sangue caldo adulto e sano (detta “microflora normale”) è costituita da 400-500 specie di batteri, oltre che da funghi (lieviti) ed eventualmente da protozoi; sono infine presenti virus enterici e batteriofagi.

Il tratto gastro-intestinale di qualunque animale è un ECOSISTEMA, composto da differenti HABITAT, entro i quali è presente, nell’animale sano, una popolazione microbica più o meno caratteristica, detta appunto “MICROFLORA NORMALE”.

Le cellule presenti in maggior numero sono quelle dei batteri, che possono raggiungere popolazioni di 10–100 miliardi di unità per grammo di contenuto tal quale (peso umido) a livello del grosso intestino (in particolare delle appendici ciecali, per i volatili).

Nell’ecosistema gastro-intestinale dell’uccello, gli habitat più importanti sono l’ INGLUVIE o gozzo (“fermentatore” pre-gastrico), l’INTESTINO TENUE e le due APPENDICI CIECALI (“fermentatori” post-gastrici).

L’ingluvie e le due appendici ciecali costituiscono altrettante sacche in cui il materiale ingerito ristagna per un tempo sufficiente a permettere una forte crescita di microrganismi fermentanti.

Le fermentazioni microbiche servono anzitutto a digerire composti alimentari (come la fibra solubile), altrimenti indigeribili per l’animale, nonché a rinnovare le mucine (succo gastrico), mentre gli AGV (acidi grassi volatili) rilasciati nel corso delle fermentazioni sono indispensabili alla nutrizione e proliferazione delle cellule epiteliali (app.ghiandolare, villi intestinali).

Entro ogni HABITAT (gozzo, duodeno, ecc.) si possono individuare svariate NICCHIE di attività, occupate da MICRORGANISMI AUTOCTONI specializzati.

Le multiformi popolazioni microbiche interagiscono tra loro in vario modo, ed interagiscono con la mucosa gastroenterica in modo più o meno vantaggioso o dannoso per l’animale.

L’interazione tra microrganismi che più interessa il campo della probiosi è l’“ANTAGONISMO”, che in questo caso viene chiamato “effetto di barriera” e che può essere definito come l’antagonismo esercitato dalla microflora autoctona (indigena) di un certo habitat, nei confronti di un microrganismo alloctono (estraneo).

In pratica, l’ANTAGONISMO tra flore indigene e flore estranee (inclusi i germi patogeni), ovvero l’EFFETTO DI BARRIERA, costituisce per l’animale uno dei mezzi naturali di difesa dalle infezioni gastrointestinali , su cui si basa la probiotica.

In condizioni fisiologiche normali, la flora utile e la flora dannosa (parassita, putrefattiva,ecc.) sono tra loro in contrapposizione e in equilibrio.

Ma questo “equilibrio microbico” è precario, può essere sbilanciato da numerosi eventi. Lo sbilanciamento della microflora — detto DISMICROBISMO o DISBIOSI — può recare danni all’ospite, che spaziano dai semplici disordini digestivi, dalle patologie lievi a quelle conclamate (E.Coli, Salmonella, ecc.).

E’ facile dedurre, allora, l’importanza di somministrare all’animale una dieta che sia in grado di stimolare la crescita dei microrganismi utili (probiotici), che a loro volta contrasteranno più fortemente la crescita dei patogeni.

E’ da porre in risalto il ruolo di stimolazione immunitaria (senza conseguenze patologiche) assunto dalla flora materna normale “pioniera”, ingerita dal pullus durante la schiusa. All’interno di questa flora pioniera è fondamentale la parte giocata dai fermenti lattici, capaci di stimolare il sistema immunitario senza provocare reazioni infiammatorie.

Ecologia microbica del tratto digestivo dei volatili

Nei volatili i batteri predominanti nel gozzo, nell’intestino tenue e in quello crasso sono i fermenti lattici del genere Lactobacillus (acidophilus, salivarius e reuteri) ed Enterococcus faecium, i quali:

1) aderiscono all’epitelio del gozzo ed esercitano l’effetto barriera;

2) costituiscono una fonte d’inoculo per la flora intestinale;

3) contribuiscono in misura variabile, secondo la specie ed il ceppo, all’idrolisi dell’amido (prod. enzimi).

Dinamica dell’equilibrio microbico gastrointestinale

Il tratto gastro enterico di un animale è popolato da una miriade di ceppi microbici, ognuno dotato di una particolare attività biochimica, ognuno più o meno utile o dannoso per l’ospite.

Effetti dei microrganismi dannosi

  • Putrefazione degli aminoacidi, con conseguente perdita degli stessi.
  • Produzione di sostanze maleodoranti e tossiche.
  • Infiammazione intestinale.
  • Cattiva efficienza digestiva.
  • Diarrea.
  • Danni epatici (intossicazione).

Effetti dei microrganismi probiotici

  • Fermentazione dei carboidrati derivati dalla fibra solubile.
  • Produzione di acidi organici indispensabili per la nutrizione della mucosa intestinale.
  • Stimolazione dell’immunità senza infiammazione
  • Inibizione dei microrganismi patogeni ed invasivi.
  • Migliore efficienza digestiva.
  • Effetto antidiarroico (acidi organici).
  • Produzione di vitamine del gruppo B (difese epatiche).

L’equilibrio microbico non è da considerarsi statico: è invece un “EQUILIBRIO DINAMICO”, alterabile e modificabile nel tempo da vari fattori (stress, antibiotici, tipo di dieta, temperatura, ph, ecc.).

Tanto più i germi probiotici “pesano”, sulla bilancia dell’equilibrio micro-ecologico intestinale, in rapporto al “peso” dei germi patogeni, tanto più probabile sarà la conservazione del benessere intestinale, della salute e dell’efficienza fisica.

Ruolo dei fermenti lattici

  • Sono batteri antagonisti dei germi putrefattivi/patogeni.
  • Stimolano il sistema immunitario senza scatenare infiammazioni.
  • Migliorano le funzioni digestive tramite fermentazione.
  • Migliorano l’assimilazione di alcuni nutrienti (ad esempio il calcio)

Frequenti cause di “Disbiosi” gastro-intestinale.

In generale, l’intervento con microflore lattiche probiotiche è giustificato in tutti i contesti in cui la microflora positiva è assente o carente (nascita, trattamento antibiotico), ovvero in cui l’equilibrio microbico gastro-intestinale è alterato (DISBIOSI), a causa di una vita diversa da quella “originaria”.

Diverse sono le CAUSE DI DISBIOSI per i volatili:

  • CAMBIAMENTO DI DIETA
  • INAPPETENZA / DIGIUNO
  • MUTA DELLE PENNE
  • ASSUNZIONE GERMI PATOGENI ENTERICI
  • TRATTAMENTO ANTIBIOTICO
  • DEFICIT IMMUNITARIO
  • CAMBIAMENTO DELLA DIETA ABITUALE
  • PAURA / STRESS:
    • DA TRASPORTO
    • DA AFFOLLAMENTO
    • DA RUMORI

Principi basilari per la scelta di un fermento probiotico

La definizione di probiotico proposta dalla FAO (2001), che è quella internazionalmente di riferimento, evidenzia il concetto -di notevole importanza- che i microrganismi ingeriti devono essere “vivi ” e “in numero adeguato”.

Questo significa che un numero elevato di ”FERMENTI LATTICI PROBIOTICI” devono essere capaci di raggiungere l’intestino rimanendo vivi e vitali, malgrado l’acidità dello stomaco, l’azione dei sali biliari nell’intestino, l’attività del sistema immunitario e altri possibili fattori di stress microbico.

  • Principio n. 1. SICUREZZA. 
    I fermenti probiotici devono essere sicuri per l’animale e per l’ambiente.
  • Principio n. 2. SOPRAVVIVENZA. 
    I fermenti probiotici devono essere capaci di sopravvivere all’acidità dello stomaco e di resistere alla bile e ai succhi digestivi.
  • Principio n. 3. COLONIZZAZIONE.
    I fermenti probiotici che raggiungono vivi l’intestino devono possedere una varietà di proprietà adattative e benefiche, quali la capacità di aderire alle cellule dell’epitelio intestinale, di colonizzare il tratto gastrointestinale.
  • Principio n. 4. BIO-COMPETIZIONE.
    I fermenti probiotici devono avere la capacità di inibire la crescita delle flore putrefattive e patogene dell’intestino.
  • Principio n. 5. DOCUMENTAZIONE.
    Un microrganismo si può considerare probiotico solo se queste proprietà sono state identificate e documentate, ed è soprattutto stato documentato un positivo effetto sulla salute e sulla produttività animale.

Linee direttrici per ottenere l’autorizzazione alla vendita nella C.E.

Per ogni principio attivo (ceppo microbico) contenuto nel formulato probiotico si devono studiare, in sostanza:

  1. le caratteristiche specifiche (genetiche, fisiologiche, metaboliche, ecc.);
  2. l’efficacia sulla specie bersaglio;
  3. gli effetti qualitativi sul prodotto;
  4. la sicurezza d’impiego, anche in caso di forte sovradosaggio (10 x dose max).

Dal novembre 2003 l’autorizzazione al commercio degli additivi per l’alimentazione animale, e quindi dei fermenti probiotici, è disciplinata dal Reg. N°1831/2003/CE.

I microrganismi probiotici (purché non OGM) possono essere impiegati negli ALLEVAMENTI BIOLOGICI (Reg. N° 2092/91/CE e successive mod.).

La CE ha deciso di bandire gli antibiotici come additivi alimentari a partire dal gennaio 2006.

Probiotici autorizzati nell’Unione Europea

Nella CE, a fronte di numerosi ceppi microbici già autorizzati per la probiosi del pollo, ad oggi esistono vari fermenti lattici che hanno ottenuto l’autorizzazione comunitaria. Quelli più interessanti per l’allevamento degli uccelli sono:

  1. Lactobacillus acidophilus D2.
  2. Enterococcus faecium M74.

Perché, quando e come usare i fermenti lattici

Gli animali in allevamento intensivo sono facilmente soggetti a DISMICROBISMI GASTROINTESTINALI, dovuti alle condizioni innaturali d’allevamento o al caldo (condizioni di stress), alle modificazioni della composizione del mangime (periodi alimentari) o al digiuno ed eventualmente a trattamenti con sulfamidici, furanici, antibiotici.

Si tratta di alterazioni dell’equilibrio dell’ecosistema, con sviluppo di condizioni patologiche clinicamente evidenti (ad esempio diarrea) o sub-cliniche (malessere e riduzione delle performance). Ciò si ripercuote negativamente sulla vitalità, sulla produttività e sulla qualità dei soggetti.

Il ristabilimento dell’equilibrio ecologico tra germi “utili” (probiotici) e germi “nocivi”(putrefattivi e patogeni) viene favorito da razionali interventi di probiosi. I risultati attesi sono:

    • benessere degli animali;
    • minore mortalità;
    • maggiore produttività e qualità dei soggetti;

Impegno razionale dei probiotici
Al di là della scelta dei fermenti (ceppi adatti allo scopo e garanzia di vitalità), per ottenere un buon risultato occorre che l’allevatore usi correttamente il prodotto.

Bisogna porre la massima attenzione:

  1. alla DOSE (UFC/soggetto/giorno)(UFC = Unità Formanti la Colonia);
  2. alla DURATA del ciclo di somministrazione;
  3. alla composizione della DIETA.

Occorre conservare sino alla fine la VITALITÀ dei fermenti, sia scongiurando la presenza nella dieta di sostanze capaci di interferire con il trattamento, sia stoccando e somministran-do opportunamente il prodotto.

E’ consigliabile somministrare immediatamente i microrganismi probiotici al pullus appena nato, anche perché i batteri ingeriti per primi, per la deficienza di difese organiche (effetto di barriera e anticorpi), sono quelli che hanno le maggiori probabilità di colonizzare l’intestino e che saranno perciò sempre “tollerati” dal sistema immune.

Analogamente, è importante somministrare i microrganismi probiotici con CONTINUITÀ per tutta la vita dell’animale.

La dose di microrganismi probiotici deve essere sufficientemente elevata per “colonizzare” l’ospite. In caso contrario, proprio come avviene per i microrganismi patogeni, si possono produrre individui “portatori sani” dei microrganismi probiotici, per cui non si rilevano effetti correlabili al trattamento.

Un fermento approvato in ambito comunitario è stato testato per la sicurezza anche in caso di forte sovradosaggio.

Nel caso dei fermenti lattici il sovradosaggio può manifestare, semmai, un innalzamento degli effetti probiotici.

Cosa accade quando un GERME PATOGENO (es. Salmonella) è introdotto nel tratto gastroenterico?

La risposta è che dipende dalla quantità.

Il soggetto si ammala solo quando la dose del patogeno ingerita è abbastanza elevata (dose infettante). Se non è così, l’individuo diventa un portatore “sano” del microrganismo (e lo diffonde nell’ambiente).

Cosa accade quando un GERME PROBIOTICO (es. Lactobacillus acidophilus) è introdotto nel tratto gastroenterico?

La risposta è la stessa: dipende dalla quantità.

Se la dose ingerita è insufficiente (non “infettante”) non si manifesterà alcun beneficio per il soggetto trattato. Se invece la dose è sufficientemente elevata (“infettante”), i microrganismi probiotici potranno colonizzare (temporaneamente) l’intestino e svolgere la loro funzione benefica.

Posologia e durata del trattamento

5 regole per usare correttamente i fermenti lattici vivi probiotici:

1°) numero di UFC non inferiore a 5 x 108/capo/giorno;

2°) numero di UFC adeguato allo stato di salute del gruppo (se necessario, raddoppiare la dose);

3°) regolarità/continuità di somministrazione (brevi interruzioni mensili, ma preferibilmente in continuo);

4°) iniziare la somministrazione dalla schiusa (soluzione concentrata di fermenti);

5°) non miscelarli con componenti reattivi (es.: minerali e vitamine).

Unità Formanti la Colonia 5 x 108 = 500.000.000
Unità Formanti la Colonia 10 x 108 = 109 = 1.000.000.000

Caratteristiche del tipo di lactobacilli

  1. Specifici per i volatili.
  2. Sopravvivere al basso pH dello stomaco.
  3. Sopravvivere al sale della bile nell’intestino.
  4. Aderire all’epitelio intestinale.
  5. Svilupparsi molto velocemente nel tratto gastro-intestinale (tempo di replicazione 18-20 minuti).
  6. Abbassare il valore di pH velocemente.
  7. Produrre acido lattico + altre sostanze batteriostatiche.
  8. Azione dominante sulle malattie generate da batteri patogeni (E.Coli e Salmonella)

Tempo di replica

Il periodo necessario ai batteri per raddoppiare se stessi è il “tempo di replicazione”, quanto più breve è tale periodo tanto migliore è il vantaggio da parte di batteri produttori di acido lattico nella competizione con i batteri patogeni.

La seguente tabella illustra in minuti, il tempo richiesto da vari batteri per raddoppiarsi:

Famiglia dei batteri Numero di minuti per raddoppiarsi 
Escherichia Coli 18-20
Lactobacillus bulgaris 40
Lactobacillus acidophilus 64
Streptococcus thermophilus 46
Enterococcus faecium M74 19
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