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Civetta (Athene noctua)

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Corpo di profilo e viso in posizione frontale: la civetta scruta immobile tutto ciò che la circonda col suo sguardo penetrante, simile ad una divinità egizia.

La civetta è un uccello rapace tipicamente notturno, ma resta attiva anche in altri momenti della giornata.

Mentre è posata può assumere espressioni e posture bizzarre, come quando fa girare in tondo la testa o esegue inchini nervosi.

Questo strigiforme ha le iridi degli occhi di colore giallo e le pupille si dilatano o si restringono a seconda della luminosità percepita.

La visione frontale le permette di cogliere distintamente forme e rilievi a qualche metro di distanza, magari dove si stanno aggirando gli animali che intende cacciare.

Ha un’incredibile mobilità della testa, in grado di ruotare di 270° e non serve solo ad orientare lo sguardo ma anche l’udito.

Infatti girando la testa può localizzare con occhi e orecchie le sue prede.

La testa è grossa e squadrata, con fronte bassa e dischi facciali di colore biancastro che si estendono sotto agli occhi e ai lati della testa, prendendo in alto la forma di sopracciglia aggrottate e donandogli un’ espressione dura e impensierita.

Tali dischi concavi sono formati da una struttura di piume molto morbide, funzionano come antenne paraboliche e catturano i suoni dirottandoli verso gli organi uditivi, nascosti di lato sotto le piume.

Il dorso di questo rapace notturno si presenta marrone-rossastro chiazzato di bianco panna, chiazze che sul ventre prendono la forma di striature; la coda appare tozza e arrotondata.

Il becco giallo spicca sul mento biancastro, talvolta nascosto dal folto piumaggio.

Come tutti i rapaci notturni la civetta possiede un vaporoso abito di piume che la fa sembrare più grossa di quanto non sia e il collo, bene incassato, rende quasi impercettibili i movimenti della testa.

Civetta delle Nevi
Nella foto due bellissimi esemplari di Gufo delle Nevi (Bubo scandiacus) che spesso viene chiamato anche Civetta delle Nevi. Questo gufo è molto più grande della civetta e vive nella tundra delle regioni dell’Europa settentrionale e dell’America settentrionale.

Il Volo della civetta: silenzione ed elegante

Il soffice piumaggio rende silenziosi i suoi spostamenti: le piume, che terminano con fini barbule, smorzano il fruscio dell’aria
soprattutto al livello delle remiganti primarie (quelle che fendono l’aria durante il volo).

Il volo della civetta segue una traiettoria bassa e ondulata che le consente di effettuare brevi spostamenti da un appiglio ad un altro e una volta appostata aspetta che sul terreno compaia un piccolo mammifero, si lancia allora morbidamente e si posa per ghermirlo.

Non esiste dimorfismo sessuale tra i due sessi.

Maschio e femmina appaiono pressoché identici e le giovani civette sono simili agli adulti, ma il il loro piumaggio ha screziature meno evidenti;

I giovani di civette, una volta adulti si stabiliscono, generalmente, nel raggio di 10 km dal luogo di nascita.

Civetta appollaiata su un albero
La colorazione del piumaggio consente alla Civetta di mimetizzarsi e confondersi con i rami e il tronco degli alberi su cui si apposta in attesa di una preda.

Dove  vive la Civetta

Le popolazioni di questa specie sono distribuite dal bacino Mediterraneo fino alla Cina.

Introdotte poi dall’uomo nelle isole britanniche verso la fine del 900 è presente anche in Etiopia e nell’Africa tropicale.

La civetta è una specie stanziale, a parte i soggetti delle zone settentrionali che affrontano sporadicamente migrazioni.

In Italia nidifica tra collina e pianura, talvolta nei fondovalle alpini o appenninici senza superare i 1200 m di altitudine.

Si stabilisce presso filari di alberi, zone con edifici abbandonati o in aree sub-urbane, insediandosi anche nei centri storici delle città.

L’habitat tipico è costituito da piccoli boschi in cui crescono siepi di alberi capitozzati e frutteti con presenza di vecchi fusti e querce ed è proprio l’alternanza di piante anziane e spazi aperti ad attirare questo rapace.

Ambienti del genere diventano sempre più rari a causa delle tecniche agricole adoperate, difatti i frutteti vengono sfruttati in modo intensivo con l’uso di tecniche meccanizzate e trattamenti chimici e nei boschetti il taglio dei salici a capitozza, usato un tempo per procurarsi legna da ardere, sta cadendo in disuso.

La Civetta delle tane (Speotyto cunicularia)

In America troviamo uno strigide dalle abitudini assai particolari, ossia la civetta delle tane; la si riconosce per le zampe molto lunghe e per i dischi facciali piccoli e incompleti.

Nidifica in quasi tutta l’America, dal Canada fino alla Terra del Fuoco.

In inverno gli individui “nordici” migrano verso sud, mentre le popolazioni del sud sono stanziali; questo rapace vive nelle immense praterie americane, “pampas” o “Llanos”, dove non sono presenti alberi.

Vive in piccole colonie, nelle tane abbandonate dai mammiferi scavatori, come armadilli o cani delle praterie, e non è infastidita dalla vicinanza di questi animali anzi si hanno informazioni di colonie miste che vivono in armonia.

Un altro abitante di questi luoghi può dividere la tana col rapace ossia il crotalo, pericoloso serpente a sonagli: la coabitazione risulta pacifica, ma in molti casi il serpente rimane l’unico padrone del luogo.

È un uccello diurno, a proprio agio al sole, e trascorre la giornata all’ingresso della sua tana; si nutre di insetti e piccoli vertebrati, quali roditori o uccellini.

Il suo nido si sviluppa nei cunicoli delle tane e la femmina può deporre fino a 12 uova, covate per 3/4 settimane, durante le quali è il maschio a procurarle il cibo; alla schiusa, entrambi i genitori partecipano alla cura dei pulcini, che lasciano il nido entro il primo mese di vita.

Il nido della Civetta

Civette nel nido ricavato in un tronco di un albero
Nella foto una famiglia di civetta che ha scelto come nido l’interno cavo di un albero.

La civetta nidifica nelle cavità degli alberi.

In particolare nei vecchi alberi delle siepi selvatiche e dei frutteti o talvolta in vecchi muri, creandovi una dimora alla buona, senza apportare modifiche o migliorie.

La coppia passa da una cavità all’altra durante l’anno, ma d’inverno sceglie la più congeniale e sicura per nidificare.

Tra marzo e aprile il maschio inizia a cantare sempre più spesso e le offerte di cibo alla compagna diventano molto più frequenti.

Cosicché il legame tra loro possa essere rafforzato; sull’erba, nelle immediate vicinanze del nido, le civette si sfregano la testa e continuano a scambiarsi dimostrazioni d’affetto fino al momento della deposizione.

Allevare una civetta in cattività

Molti sono gli appassionati che allevano in cattività civette e altri piccoli e grandi uccelli rapaci.

L’allevamento e la detenzione di una civetta è consentito, come da normativa, solo per quei esemplari nati in cattività e dotati di anello inamovibile alla zampa e con relativa documentazione.

Per maggiori informazioni consigliamo la lettura dell’articolo “C.I.T.E.S.: che cosa è?“.

Riproduzione e deposizione della civetta

La femmina cova le 4-5 uova per una trentina di giorni, non rinunciando a battute di caccia e momenti lontana dal nido per potersi scaldare al sole mentre esplode la primavera.

Alla schiusa, le piccole civette sono coperte solo da un leggero piumino bianco e rimangono nascoste sul fondo del nido.

La madre seguita a scaldarle; nei giorni successivi la coppia si dà il cambio per nutrire la prole e sorvegliarla montando di guardia davanti all’imbocco della cavità, poiché predatori come le faine conoscono bene il modo di arrampicarsi sugli alberi.

La dieta dei piccoli si compone di invertebrati, uccellini o topini di campagna.

Raggiunte le tre settimane però cominciano a reclamare chiassosamente il cibo mettendo la testa fuori dal nido, cosa che non fa che destare l’attenzione di qualche predatore nei paraggi.

Dopo 4/5 settimane, capaci di volare, lasciano il nido ma per un altro mese restano insieme agli adulti.

Verso la fine di luglio che tendono ad allontanarsi e in genere si stabiliscono entro 10 km dal luogo in cui sono nati, rimanendoci per il resto della loro vita.

Ogni anno la popolazione delle civette subisce un lento declino: incidenti stradali, alterazioni degli habitat naturali, nonché problemi di riproduzione e sopravvivenza sono le cause di questo fenomeno.

Il principale predatore della civetta è la faina, un piccolo carnivoro ghiotto di uccelli, che sa bene come affrontare la verticalità degli alberi; ghiri e scoiattoli fanno esattamente lo stesso.

Le piccole dimensioni e le abitudini sia notturne che diurne non rendono la vita facile alla specie.

Tra i rapaci diurni troviamo lo sparviere o il falco e tra quelli notturni l’allocco e il barbagianni, uccelli che attaccano la civetta senza alcuna difficoltà.

I giovani che escono dal nido e si trovano al suolo nelle sue vicinanze sono facili prede per le volpi con il risultato che ,sulle 4/5 uova deposte, solo 2 civette riescono a sopravvivere.

Alimentazione della Civetta

Come tutti gli strigiformi la civetta è carnivora e ingoia interamente le sue prede, per poi rigurgitare tutto quello che non può essere digerito: ossa, peli, piume e gusci rivestiti di cheratina degli insetti.

Le sue prede sono, oltre a grossi insetti, topi, pipistrelli, uccellini, rettili e anfibi.

Tra gli uccelli prediligge i piccoli passeriformi come il passero domestico, il verzellino, il verdone che spesso preda direttamente nei nidi.

Dal suo appiglio, piomba sulla preda afferrandola per poi tornare al luogo da cui è partita; nel caso di uccelli, può decidere di togliere le penne prima di mangiarli o rigettarle in seguito sotto forma di borre, elimina invece abilmente la pelle se cattura un quadrupede.

curiosità SULLA CIVETTA

Nell’Antica Grecia la civetta era considerata sacra alla dea Atena.

Da qui il suo nome scientifico, dea della sapienza e raffigurata in molti portafortuna.

Non era molto fortunata invece nel medioevo, in cui veniva in genere associata alla stregoneria e anche oggi, come molti animali notturni, è accomunata alla malasorte.

Il termine “civetta”, viene utilizzato per descrivere una donna piena di sé e che ama farsi corteggiare, attirando l’attenzione degli ammiratori con gesti svenevoli.

Questa usanza nasce dal fatto che molti cacciatori usavano questo rapace per attrarre i piccoli passeriformi: particolari modi di battere le ali, ammiccamenti e inchini erano irresistibili agli occhi delle piccole prede.

Il verso della Civetta

Nelle sere di primavera è possibile udire il malinconico canto di questo bellissimo uccello.

Esso è composto da un “cu-u” trascinato e caratterizzato da un’intonazione finale che appare quasi interrogativa: il maschio ripete sommessamente più e più volte “cu-u, cu- u…”.

Durante tutto l’anno si fa sentire all’alba e al crepuscolo, ma dalla fine di febbraio alla fine di aprile diventa più insistente.

L’eco di altri maschi si sente in lontananza, prendendo a volte la forma di un “ui-ui” precipitoso; in serata o quando è agitata emette una serie di “kui-iu” sonori, simili a impazienti miagolii.

Nella stagione degli amori non mancano i duetti di maschio e femmina e il grido d’allarme è composto da “kifkifkif” o “kek-kek” acuto, modulato e ripetuto in diverse varianti.

Questo verso lo si ascolta maggiormente in primavera avanzata, quando si tratta di tenere lontani gli intrusi dal nido.

Parenti della Civetta

In buona parte dell’Europa, essendo l’unico rapace di piccola taglia, la civetta comune è facilmente riconoscibile.

Nella parte settentrionale e orientale del suo areale vivono anche la Civetta nana e la Civetta capogrosso, con aspetti simili, ma che tendono a vivere in ambienti boschivi.

Nelle regioni meridionali vive invece l’Assiolo, un piccolo gufo migratore che nella bella stagione condivide gli habitat con la civetta comune.

Assiolo (Otus scops)

L’Assiolo (Otus scops) nidifica nell’Europa meridionale assieme alla civetta, con la quale può essere confuso per via delle dimensioni (19-20cm).

Questo piccolo rapace, ghiotto d’ insetti quali cicale, cavallette e maggiolini, sverna nell’Africa tropicale e rispetto alla nostra amica ha abitudini più notturne.

Come tutti i gufi possiede due egrette sulla testa e il suo piumaggio va dal grigio al marrone castagna sotto le ali, con chiazze bianche evidenti
sul dorso.

Nella parte inferiore del corpo si notano bene striature nere e gli occhi hanno un’iride aranciata che tende al giallo.

Gli assioli covano le loro uova nei buchi degli alberi e all’occorrenza, anche in cavità di rupi ed edifici.

Depone dalle 3-5 uova vengono covate dalla femmina per 25 giorni circa e alla schiusa, dopo una ventina di giorni, i piccoli escono dal nido e vengono curati da entrambi i genitori.

Nonostante dopo poco più di un mese siano in grado di procacciarsi il cibo da soli, i genitori seguitano a curarli per un’altra ventina di
giorni, trascorsi i quali, i giovani abbandonano il territorio.

Civetta Nana (Glaucidium passerinum)

La Civetta nana (Glaucidium passerinum) lunga dai 16 ai 18cm, vive nelle foreste di conifere delle Alpi e dell’Europa centro- settentrionale.

Si nutre di roditori e piccoli uccelli e se ne dedica alla caccia sia di giorno che di notte avendo una vista notevolmente sviluppata.

Il suo è un viso particolarmente espressivo, infatti appare dolce o feroce a seconda dei momenti.

Le sue dimensioni ridotte la aiutano a trovare con facilità un nido nelle cavità lasciate da altri uccelli come per esempio i picchi, essendo poco avvezza a costruirlo per conto proprio, un pò come tutti i rapaci.

E’ prevalentemente sedentaria e si sposta per le Alpi alla continua ricerca del clima ideale, ma se gli inverni appaiono eccessivamente rigidi si sposta verso sud.

Il piumaggio superiore è marrone con macchie chiare, nella parte inferiore è invece di un bianco sporco con striature scure e il dimorfismo
sessuale si nota per la grandezza tra maschio e femmina, quest’ultima infatti appare più grossa.

Può deporre fino a 9 uova bianche covate per poco meno di un mese e la prole lascia il nido dopo 4-5 settimane.

Civetta Capogrosso (Aegolius funereus)

La Civetta capogrosso (Aegolius funereus) appena più grossa della civetta comune, ha al suo pari occhi gialli e piumaggio marrone a macchie bianche, ma il capo è circondato da un anello di penne brune.

Frequenta in maniera esclusiva le foreste di conifere della Scandinavia e dell’Europa centrale, per cui le due specie non hanno molte probabilità di incontrarsi.

Di giorno questa civetta si nasconde nel folto degli abeti, prediligendo una vita prevalentemente notturna.

Sebbene la vista sia molto sviluppata è l’udito finissimo che la contraddistingue difatti, è grazie a questo che può percepire il più piccolo rumore e catturare la preda in assenza totale di luce.

Tra grilli, topi, piccoli uccelli e mammiferi, la dieta di questa civetta è ben variegata;

I nidi lasciati vuoti dai picchi sono quelli ideali per la cova delle sue uova e i giovani che non sono ancora abilissimi nel volo, vengono spesso avvisti al suolo nelle vicinanze del proprio nido.

É sedentaria e durante l’inverno si sposta di altitudine; sebbene abbia un buon rapporto con l’uomo anche nel periodo della nidificazione, sono i predatori arboricoli che spaventano maggiormente la specie.

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Verdone (Carduelis chloris)

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