Discendente dal buon vecchio Arricciato del Nord, l’Arricciato di Parigi, gli allevatori transalpini crearono delle selezioni particolari, cercando di ottenere degli esemplari in cui non erano presenti le sole cinque arricciature canoniche delle razze arricciate, ma in cui tutto il piumaggio fosse arricciato.
Due razze rappresentano il massimo dell’arte e della scienza dell’allevamento del Canarino Domestico, e sono entrambe parenti piuttosto strette: l’Arricciato di Parigi e l’Arricciato Gigante Italiano.
Entrambe le razze discendono dall’Arricciato del Nord.
Entrambe hanno raggiunto la massima espressione in Italia, e sono ancora in corso, forse, studi per il riconoscimento della seconda razza, ma questa è un’altra questione.
Dal buon vecchio Arricciato del Nord, originatosi in Belgio e trasportato in Francia, gli allevatori transalpini crearono delle selezioni particolari, cercando di ottenere degli esemplari in cui non erano presenti le sole cinque arricciature canoniche delle razze arricciate (spalline, fianchi e jabot), ma in cui tutto il piumaggio fosse arricciato, ovviamente secondo canoni particolari, ed aumentando contemporaneamente la taglia degli esemplari.
Una forma che potremmo definire intermedia era il canarino Picard, oggi estinto.
Aspetto e caratteristiche del canarino Arricciato di Parigi
I moderni Arricciati di Parigi sono canarini assolutamente impressionanti, di dimensioni aggirantisi sui 22 – 24 cm (o almeno in teoria), che presentano un piumaggio arricciato estremamente sviluppato, oltre a particolarità uniche nel mondo dei canarini.
Questi canarini, come del resto gli Arricciati Giganti Italiani, non sono assolutamente adatti ai principianti, e spesso non lo sono nemmeno per gli esperti.
Io non ne ho mai allevati, ma il mio dirimpettaio ne ha avute decine di soggetti, quindi li conosco abbastanza bene.
Nonostante avessi la strada agevolata, non mi è mai venuto in mente di allevarli, proprio perché ne conoscevo a fondo la difficoltà e le problematiche.
Questi uccelli sono splendidi sotto ogni punto di vista, ma recano con sé una serie di tare che gli allevatori cercano con pazienza e metodo di eliminare.
Soffrono di malattie respiratorie molto facilmente, ma anche di turbe nervose, a volte di infarto, e sono delicati dal punto di vista alimentare.
Non sono assolutamente in grado di riprodursi senza l’uso di balie, ed è difficile trovare anche balie adatte, dato che i loro pulli possono diventare più grossi dei loro genitori adottivi in tre settimane, e ci vogliono balie resistenti, instancabili ed anche di discreta taglia.
La razza, oltre che dalle cinque usuali zone di elezione delle arricciature, è caratterizzata dalla presenza di arricciature, potremmo dire accessorie ma non secondarie, dato che rivestono una importanza uguale a quelle consuete.
Grande importanza hanno le arricciature sulla testa (casco con elmo, calotta con elmo, calotta), sulla faccia (favoriti), ed infine delle gambe e del basso addome (culottes, piume di gallo), e, a seconda della loro conformazione, contribuiscono a formare il valore complessivo di ogni esemplare.
Ovviamente gli esperti sono in grado di classificare tutte queste arricciature in base alle loro categorie di perfezione e sono quindi in grado di definire il livello di un esemplare, anche ai fini riproduttivi, in quanto non è sufficiente accoppiare un intenso ad un brinato, tutto deve essere soppesato e valutato, al fine di ottenere dei discendenti di valore.
Infatti, anche se ai profani il canarino Arricciato di Parigi può sembrare un “piumino da cipria con le ali” (definizione coniata da mia moglie!), in realtà è l’espressione insieme di una estrema complessità e di un grande equilibrio, e solamente un esperto di questa razza può valutare la forma della testa, il tipo di arricciatura complementare, la lunghezza delle piume, il colore e tutta una serie di piccoli particolari che devono essere presi in considerazione per assortire una coppia di riproduttori che dia una discendenza di valore.
Se esemplari di medio livello possono essere acquistati per cifre ancora tutto sommato ragionevoli, un altro paio di maniche è l’acquisizione di stelle di prima grandezza.
Ricordo che si era diffusa una notizia: un allevatore molto esperto (che io conoscevo abbastanza bene), e che poteva disporre evidentemente di capitali notevoli, aveva speso per una femmina di Arricciato di Parigi acquistata in Francia, e portata in Italia su una automobile appositamente attrezzata per ridurre al minimo i disagi, una somma pari al costo di una FIAT 132, che era in quel momento l’ammiraglia della Casa Torinese.
O almeno questa era la voce circolante.
Quando glielo chiesi, mi rispose con un sorrisetto diabolico, che lasciava intuire che era proprio così!
Oggi non siamo più a questi livelli, ma chi pensasse di acquistare alcune coppie di Parigini di alto lignaggio, farebbe sempre bene a verificare il saldo della propria Carta di credito!
Riproduzione del canarino Arricciato di Parigi
Sono soggetti difficili da far entrare in estro, soprattutto il primo ed il secondo anno di vita, non sempre il maschio esegue il “salto” della femmina.
La femmina depone spesso le uova sul fondo della gabbia o in una mangiatoia anziché nel nido, con grave rischio di rottura, poi difficilmente cova, e non è in grado di imbeccare i pulli, i quali oltretutto hanno bisogno di una grande quantità di cibo ad elevato tenore proteico.
Solamente allevatori che sanno bene cosa vogliono, hanno tempo a disposizione, ambienti adatti, e sono disposti a lunghe gavette, possono affrontare con successo i sacrifici che comporta la scelta di allevare Arricciati di Parigi.
Alimentazione del canarino Arriciato di Parigi
Per mantenere in buona salute questi canarini, è necessario prima di tutto farsi spiegare bene dagli esperti di cosa hanno bisogno, non sono esemplari che chiunque può tenere.
In primis hanno necessità di alimenti che consentano un buon sviluppo delle loro splendide piume, quindi nella miscela di semi devono avere un rinforzo di scagliola, poi, dato che tendono a muoversi poco, devono essere forniti loro alimenti ricchi di fibra per mantenere l’intestino in forma.
Non devono mancare il grit e l’osso di seppia, sia per il loro fabbisogno in sali minerali, sia per la loro necessità di mangiare una quantità di cibo notevole, e la presenza nel loro stomaco di corpi solidi aiuta a sminuzzare e digerire il cibo (come per tutti gli uccelli).
La somministrazione di un complesso polivitaminico deve avvenire a cadenza abbastanza regolare, così come sono adatti i semi germogliati, facendo attenzione agli imputridimenti.
La pulizia deve essere maniacale, e sul fondo delle gabbie, separato da una griglia, deve essere presente del materiale assorbente granuloso, che sottragga rapidamente acqua alle deiezioni, impedendo la sopravvivenza degli eventuali coccidi.
Gli allevatori di questa e di altre razze delicate (Gibber, Arricciati in genere, A.G.I., ibridi difficili, ecc.) usano camici e stivali o calzature per la sola stanza di allevamento.
In ogni caso, è meglio lasciare fuori gli indumenti pesanti e lavarsi sempre le mani con abbondante acqua e sapone, insistendo pure su polsi e parte terminale degli avambracci, prima di toccare qualunque cosa.
Un detergente ai sali quaternari di ammonio è indispensabile per lavare le attrezzature.
Chi alleva canarini in genere, soprattutto se di razze delicate, si comporti come se gestisse un ristorante, e si chieda sempre: “Io mangerei dentro a questa mangiatoia?”; se la risposta è “no”, sarebbe meglio rivedere qualche procedura (mi è capitato recentemente di leggere su un forum che alcuni allevatori “molto tradizionalisti” hanno deriso chi la pensa come me, ma ognuno la pensa come vuole).
Allevamento del canarino Arricciato di Parigi
E’ necessario avere un veterinario di fiducia con il quale concordare gli interventi sanitari profilattici, ed anche le cure, se si dovessero verificare dei casi di malattia.
Non si speri che con la sola buona volontà sia possibile aver cura di esemplari di questa razza, almeno inizialmente. I trattamenti sanitari sono frequenti e devono essere valutati caso per caso.
L’ambiente deve essere luminoso, accogliente e tranquillo. In teoria possono svernare in ambienti non riscaldati, in pratica nessuno se la sente di tenerli in locali realmente freddi, meglio un luogo dove la temperatura non scenda al di sotto dei 16 – 17° C.
Alloggi comodi, mai affollati, mangiatoie comode e non “razionali” (tipo le cosiddette mangiatoie antispreco), gabbie che consentano a questi pacifici giganti di muoversi in relax, niente altalene o giochini vari, bagno frequente soprattutto se fa caldo, in contenitori larghi.
Riproduzione del canarino arricciato di Parigi
Non ha senso per questa razza parlare di coppia fissa o di un maschio per più femmine, ottenere uova fecondate è sempre l’obbiettivo fondamentale, quindi un maschio unito alla femmina, con un grande nido interno, e, se la femmina da cenno di essere vicina alla deposizione, meglio mettere nella gabbia un telo di flanella sul fondo, casomai deponesse per terra (in genere non succede, ma non si sa mai, potrebbe essere un uovo che contiene un futuro campione).
Le balie sono un piccolo problema, sia per il tipo sia per la sincronizzazione in primavera con i riproduttori, quindi è sempre bene disporre di due balie per ogni femmina Parigina.
Ogni allevatore ha le sue abitudini.
Di solito, comunque, si usano incroci tra Arricciato del Nord e razze rustiche, tipo Lizard o Fife, o incroci di Yorkshire sempre con femmine rustiche.
Questo al fine di ottenere balie di discreta taglia, ma con buon istinto nutricatorio e attitudine alla cova.
Alla nascita dei piccoli, quasi tutti sono soliti per alcuni giorni somministrare direttamente nel becco, tramite contagocce, una goccia di sciroppo antibiotico ad ogni pullus, oppure nel beverino, a scanso di possibili problemi.
Oggi, in Italia, la razza sta attraversando un periodo di declino, in quanto in parte decimata da una epidemia, in parte affiancata da una razza “simile” imprentata, cioè l‘Arricciato Gigante Italiano. Anche le preferenze di molti allevatori verso quest’ultima razza hanno fatto scendere le quotazioni dei Parigini, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista dell’interesse (le novità incuriosiscono sempre, vedasi Arricciato del Sud – Gibber Italicus).
Quest’altra razza, oggetto di scheda a parte, discende da quella di Parigi, e, anche se oggi ha ricevuto riconoscimento ufficiale a livello mondiale, è stata accompagnata al suo nascere da numerose polemiche, la cui eco non si è ancora del tutto spenta, sulle quali non prendo posizione, ma delle quali faccio menzione per dovere di completezza.
Sia per l’Arricciato di Parigi, sia per altre razze difficili, sarebbe necessario un vero e proprio trattato, quindi, per ogni domanda tecnica rimando alla consultazione di più ampi e validi testi in commercio.
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